Fin quando le accuse di antisemitismo potranno nascondere il genocidio in atto Gaza?
La combriccola di criminali che costituiscono il gabinetto di guerra israeliano si è riunita giovedì presso il quartier generale militare di Tel Aviv, per mettere a punto gli ultimi preparativi prima di dare il via all'offensiva su Rafah, già da alcuni giorni oggetto di pesanti bombardamenti che, come avvenuto in altre aree della Striscia, hanno per obiettivo condomini abitati da civili che vengono rasi al suolo quando le famiglie vi sono riunite al completo.
Per i preparativi per mettere in atto la carneficina su Rafah, dove sono ammassate 1,5 milioni di persone, l'IDF ha fatto ritirare dalla Striscia la Brigata Nahal per farla addestrare con il resto della 162ª Divisione per operazioni future, inclusa l'imminente offensiva nel sud della Striscia. Nahal è stata sostituita da due brigate di riserva nel centro di Gaza, la 679ª Brigata corazzata Yiftah e la 2 ª Brigata di fanteria Carmeli.
Durante la riunione, le famiglie dei prigionieri israeliani hanno continuato la loro inascoltata protesta nei pressi del complesso dove si teneva il gabinetto di guerra, per chiedere un accordo per il loro rilascio. Gli unici a non capire che i presunti ostaggi siano stati e continuino ad essere una scusa per radere al suolo la Striscia e assassinare quanti più palestinesi possibile sono rimasti solo i loro familiari che, comprensibilmente, si aggrappano ad ogni speranza per il rilascio dei loro cari.
Ma Netanyahu e i suoi complici hanno altri progetti, come dimostra l'intensificarsi degli attacchi aerei su Rafah nella notte e i cinque di giovedì mattina in cui sono state colpire tre case, uccidendo almeno sei persone tra cui un giornalista locale.
Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha denunciato l'attacco a Rafah come un tentativo di migrazione forzata della popolazione palestinese.
"L'Egitto - ha detto al-Sisi in un discorso televisivo - ha adottato una posizione chiara fin dal primo minuto [della guerra], rifiutando categoricamente la migrazione forzata dei palestinesi dalla loro terra nel Sinai o in qualsiasi altro luogo al fine di preservare la causa palestinese dalla sua liquidazione e salvaguardare la sicurezza nazionale dell’Egitto".
Intanto, si fa sempre più drammatico il bilancio dei corpi recuperati nelle fosse comuni rinvenute nella Striscia. Nell'area dell'ospedale Nasser ne sono state rinvenute tre, in cui erano accatastati almeno 392 corpi.
Secondo fonti palestinesi, la maggior parte dei corpi non può essere identificata perché troppo decomposta o mutilata. Alcuni corpi mostrano segni di esecuzione e/o tortura. Fino a 20 corpi potrebbero essere stati sepolti vivi, dicono i funzionari della protezione civile.
Tra le persone sepolte, anche bambini e pazienti dell'ospedale, tanto che alcuni di loro sono stati trovati con i tubi utilizzati per prelievi e idratazione.
Come di prassi, Israele, ha negato di aver seppellito alcun corpo nelle fosse comuni, dicendo solo che i suoi soldati hanno scavato ed esaminato alcune delle tombe che erano già lì per cercare possibili prigionieri israeliani.
Ormai, non sapendo più a che santo votarsi per mascherare i suoi crimini, il Putin di Tel Aviv, Benjamin Netanyahu, alimenta la sua propaganda tirando in ballo l'antisemitismo per qualsiasi cosa, tanto che non dovremmo stupirci se a breve lo imputerà anche all'aria che respira, ritenendola responsabile di tenere in vita anche i palestinesi!
Così, dato che la protesta nelle università degli Stati Uniti inizia ad incrinare l'immagine di Israele persino in quella nazione, dove l'informazione a favore dello Stato ebraico è controllata dalle lobby mediatiche e finanziare con la meticolosa regia dell'AIPAC, Netanyahu ha già bollato di antisemitismo anche quegli studenti, che manifestano per ricordare ai criminali del suo stampo - compreso il complice affetto da demenza senile che supporta la messa in atto di un genocidio senza rendersene conto - che esistono ancora i diritti umani e i trattati che ne denunciano le violazioni.