L'ultimo comunicato pubblicato sulla situazione in Libia questo lunedì dall'AMSI, l'Associazione Medici di origine Straniera in Italia, grazie al suo fondatore il professor Foad Aodi che è in costante contatto con medici libici che operano a Tripoli, ci informa che è in aumento il numero delle vittime di quel conflitto che è arrivato a contare 261 morti, di cui 80 bambini, 18 professionisti della sanità e una donna incinta, mentre 1550 sono i feriti - di cui 400 quelli in gravi condizioni - e più di 35mila gli sfollati, con numerose ambulanze distrutte, ospedali colpiti e 45 famiglie evacuate. Queste sono le cifre aggiornate alle ore 16 del 22 aprile.

Il conflitto in Libia - in base a quanto riporta Foad Aodi - è entrato in una fase cruciale, con l'esercito di Haftar che dichiara di aver iniziato quella che viene definita la seconda fase, in attesa del via libera da parte dello stesso Haftar per l'attacco finale da sferrare per la conquista di Tripoli, prima dell'inizio del mese di Ramadan.

La situazione degli ospedali intanto peggiora di giorno in giorno, tanto che non è più possibile curare e operare tutti i feriti. Ed a rischio sono anche i pazienti cronici e i dializzati, secondo quanto riporta la direttrice del centro di dialisi di Ain Zara che ha trasferito materiali per la dialisi insieme ai medici libici in un posto più sicuro.

Lunedì sono stati distribuiti alimenti e cibo a più di 400 famiglie delle 800 registrate per ricevere sostegno e cibo nel sud della capitale.

I combattenti stanno utilizzando bambini, donne e ospedali come scudi umani, mentre i migranti fatti fuggire da Bengasi e Tobruk sono stati reclutati nel conflitto.

La situazione nella capitale è ormai fuori controllo con aerei in arrivo che trasportano reduci dalla Siria ed altri in partenza che trasportano fuori dal Paese alti ufficiali dell'esercito di al Serraj insieme ai loro familiari, con la principale via di comunicazione verso l'aeroporto di Tripoli che è stata chiusa negli ultimi minuti.