Dalla scienza un appello: "fornire ai giovani uno smartphone solo quando dimostrano di saper gestire il proprio tempo."
Una recente ricerca dell'Università di Milano-Bicocca cofinanziata dalla Scuola universitaria professionale della Svizzera (link) ha studiato le ricadute dell'uso dello smartphone sulle competenze linguistiche degli adolescenti.
Ed i risultati possono spiegarci molto bene alcuni cofattori di fenomeni giovanili allarmanti, come la dispersione scolastica, i Neet, le baby gang eccetera.
Lo scopo di questo studio era quello di valutare se e come il fatto di ricevere il primo smartphone personale all'età di passaggio alla scuola secondaria di primo grado influenzi l'andamento della conoscenza linguistica degli studenti nel tempo.
I risultati, innanzitutto, hanno riscontrato un effetto nullo nel ricevere uno smartphone a 10 o 11 anni rispetto a riceverlo dai 12 anni in poi e suggeriscono che, nel complesso, l’accesso anticipato a uno smartphone non influisce in modo significativo sulle prestazioni degli studenti in termini di competenza linguistica nel tempo.
L’assenza di un effetto positivo contrasta con una grande quantità di letteratura teorica che vede gli smartphone come una risorsa per l’apprendimento, anche in giovane età.
L’assenza di un effetto negativo, d’altro canto, è in linea con la letteratura empirica che rileva impatti nulli o trascurabili dell’uso dei media digitali sulle prestazioni di apprendimento.
In altre parole, questa ricerca
- sconfessa l’idea che regalare un dispositivo personale connesso a Internet a un preadolescente possa contribuire al suo sviluppo cognitivo
- mette in discussione i vari approcci teorici che hanno creduto che l’uso di Internet potrebbe tradursi naturalmente in benefici cognitivi e sociali, anche in tenera età.
Le cose cambiano (in peggio), se si considera l’eterogeneità degli effetti sulle abitudini di utilizzo dei media su schermo.
I proprietari precoci di smartphone, che trascorrono almeno 2 ore al giorno utilizzando la TV o i videogiochi, si ritrovano con una significativa diminuzione della loro competenza linguistica nel tempo rispetto ai loro compagni di classe che sono divenuti proprietari di uno smartphone tardivamente, il che significa che il possesso precoce di smartphone influenza negativamente il rendimento scolastico degli utenti.
Lo studio conferma che gli effetti collaterali della connessione permanente riguardano solo specifiche sottopopolazioni di giovani che manifestano diversi tipi di vulnerabilità.
In altre parole, gli studenti che fanno un uso intensivo e precoce dei media si ritrovano più esposti all’uso intensivo degli smartphone, la cui pervasività e dipendenza sono negativamente correlate ai risultati di apprendimento.
"Possiamo confermare l’esistenza di un effetto negativo del possesso precoce di smartphone sulle tendenze di competenza linguistica per gli utenti intensivi di media su schermo.
Pertanto, non solo non sono state confermate le teorie che prevedevano un effetto positivo dell'uso gratuito dello smartphone da parte dei minori, ma le uniche evidenze di impatto emerse mostrano l'effetto opposto, seppur solo per uno specifico segmento del campione.
Confermiamo le prove emergenti secondo cui gli effetti collaterali dell'uso degli smartphone durante l'adolescenza si concentrano sui giovani che già mostrano specifiche vulnerabilità comportamentali, psicologiche e sociali".
"Non abbiamo riscontrato alcun “beneficio tangibile” derivante dal possesso precoce di smartphone all’età del passaggio alla scuola secondaria inferiore, anche per gli studenti più orientati all’apprendimento e alla lettura. ... Possiamo sostenere che l’accesso anticipato non ha alcun effetto complessivo sul linguaggio. competenza. Ciò è dannoso solo per coloro che già prima di entrare nella scuola secondaria inferiore mostravano segni di uso intensivo dei media."
"Sulla base di questi risultati, i decisori politici dovrebbero informare le famiglie dei rischi potenziali dell’uso intensivo dei media durante la scuola primaria e del possesso precoce di smartphone personali per quei bambini che, per ragioni individuali o contestuali, sono già forti utilizzatori di schermi multimediali.
Le politiche dovrebbero concentrarsi su quelle famiglie in cui i genitori non sono in grado di limitare il tempo trascorso davanti allo schermo durante la scuola primaria.
Le istituzioni educative e le famiglie potrebbero invece agire in due modi diversi: dovrebbero
- fornire ai giovani le competenze per evitare l'effetto distraente degli schermi multimediali fin dalla scuola elementare;
- fornire ai giovani uno smartphone solo quando dimostrano di saper gestire il proprio tempo ".
Lo studio è italo-svizzero: mica accadrà che il Canton Ticino darà ampia evidenza a questa notizia, ma l'Italia no?