Secondo Di Maio, è necessario che tutti sappiano che grazie alla manovra del popolo si potrà finalmente andare in pensione a 62 anni. A dimostrazione che la legge Fornero è stata superata e la promessa mantenuta.

È la famosa quota 100, quella che prevede di andare in pensione a 62 anni con 30 anni di contributi. Il problema di Di Maio (e di Salvini) è che entrambi non dicono che se però non si è raggiunto il limite d'età massimo per il versamento dei contributi, l'assegno che uno riceverà, una volta ottenuta la pensione, sarà più basso.

I due vicepremier, nella loro propaganda, si dimenticano di ricordare, pertanto, un particolare non di poco conto. La gente deve andare in strada per far sapere a tutti che grazie a loro si potrà andare prima in pensione, ma non deve dire che una volta in pensione si potrebbe anche guadagnare meno... in fondo non è un particolare di poco conto, tanto superfluo da tacerlo.

Inoltre, legato al superamento della Fornero vi è anche un altro aspetto su cui il governo giallo verde insiste: quello che un posto lasciato libero da un neo pensionato sarebbe poi occupato da due, persino tre, giovani.

Nel caso in cui un'azienda debba sostituire un dipendente che va in pensione, che accelerare il ricambio generazionale possa avere un'influenza sui dati dell'occupazione, forse anche su quella giovanile, può essere logico e credibile.

Ma la propaganda del Governo, invece, ci dice che un posto liberato da un pensionato produrrà due, persino tre, nuovi occupati. Se fosse vero, non si potrebbe che esserne più che felici. Il problema, però, è che nessun ministro o sottosegretario, finora, ha spiegato come e perché ciò dovrebbe avvenire.

La manovra del popolo è al vaglio del presidente della Repubblica. Quando arriverà alle Camere ne sapremo di più. Ma se queste sono le premesse, le condizioni per parlare di truffa - almeno in merito ad alcuni provvedimenti - ci sono tutte.