Ben Gvir visita il Monte del Tempio per provocare una nuova intifida in modo da mascherare le difficoltà del governo israeliano
Credo siano arrivate alla 20.a settimana, con quella di sabato, le manifestazioni di protesta in tutto Israele contro la contestata riforma giudiziaria presentata dal governo Netanyahu.
E visto che la mediazione proposta dal presidente Herzog non sembra decollare, perché tra maggioranza e opposizione nessuno è disposto a concedere nulla, allora, come storia insegna, il governo israeliano cerca altre vie per raggiungere i propri intenti e ricompattare il Paese, sempre più diviso: riaccendere il conflitto con i palestinesi, sperando persino in una nuova intifada.
Ricordando quanto accadde nel 2000, con la visita dell'allora primo ministro Ariel Sharon al Monte del Tempio, questa domenica l'estremista di destra Itamar Ben Gvir, ministro della sicurezza nazionale, ha messo in atto l'ennesima provocazione nei confronti dei palestinesi e degli arabi israeliani visitando, come aveva già fatto a inizio anno, la spianata delle moschee, dove sorge la moschea di Al-Aqsa, uno dei luoghi più sacri per i musulmani.
Rispetto a qualche mese fa, perché la provocazione potesse sortire maggiore effetto, Ben Gvir ha dichiarato che il Monte del tempio - così gli israeliani chiamano quell'area - è sotto il controllo di Israele. Lo dimostrerebbe - sempre secondo Ben Gvir - il fatto che sia la polizia israeliana a controllarne l'accesso. E per dare ancor più peso alle sue dichiarazioni, ha aggiunto che Gerusalemme tutta è sotto il controllo di Israele, affermando di non preoccuparsi affatto delle minacce di Hamas.
La spianata delle moschee, come riconosciuto dalla comunità internazionale, è sotto la custodia della Giordania, che ne finanzia la manutenzione e la gestione tramite il Waqf, ed è per questo che da Amman non hanno gradito affatto le parole di Ben Gvir e la protesta di quella nazione si è aggiunta a quella dell'Autortità palestinese e a quella di molti altri Stati arabi.
Ma per Ben Gvir quelle proteste saranno sembrate una medaglia, visto che per dare ancor più forza alla sua sfacciata provocazione, durante la visita ha dichiarato che il governo di Tel Aviv finanzierà l'espansione della presenza ebraica nel Negev e in Galilea, alludendo al fatto che quelle aree hanno una popolazione a maggioranza araba.
La provocazione odierna arriva dopo l'annuale provocazione che giovedì scorso ha visto fanatici ebrei ortodossi marciare per le vie della città vecchia di Gerusalemme per festeggiare il ricordo dell'intera occupazione della città avvenuta nel 1967, insultando e picchiando gli arabi che non si fossero messi al riparo... tutto con il supporto delle forze dell'ordine israeliane... a riprova di come venga intesa la democrazia nello Stato ebraico.