Devin Kelley, 26 anni, si è recato con la sua auto a Sutherland Springs, una località che si trova in Texas a qualche decina di miglia da San Antonio, ed ha parcheggiato la sua auto nei pressi della First Baptist Church.

Appena giunto fuori della chiesa, dove si stava celebrando la funzione della domenica, ha iniziato a sparare continuando anche all'interno. È stata una strage, uccidendo 26 persone, tra cui molti bambini, e ferendone altrettante.

L'assassino è stato poi trovato morto, e non è chiaro se sia stato ucciso o se si sia suicidato, anche se la dinamica dei fatti è ancora alquanto confusa a partire dalla motivazione del gesto. Perché uccidere quelle persone, perché in una chiesa, perché in quella chiesa. Una vendetta? Un atto di follia? Le indagini dell'FBI forse riusciranno a chiarirlo.

L'uomo, pare, era stato andato via dall'aeronautica dove si era arruolato e avesse problemi con la moglie e la figlia.

Quello che comunque è già certo è che l'Isis e il terrorismo islamico con questa strage non hanno niente a che fare.

Quindi, trattandosi di terrorismo americano, Trump stavolta non ha invocato vendette - oltretutto il responsabile è già morto - limitandosi ad esprimere commozione ed assicurando un generico quanto inutile monitoraggio della situazione.


Altri 26 morti, quelli di ieri in Texas, dovuti al fatto che negli Usa sia troppo facile acquistare e possedere armi di qualunque tipo non sono stati sufficienti a far ipotizzare a Trump un immediato ripensamento sulle modalità di vendita e detenzione.

In fondo, possedere armi è un diritto garantito dalla Costituzione. Perché impedirlo? A motivarlo in tal senso ci sarebbero migliaia di vittime che ogni anno muoiono a causa di tale diritto, ma essendo morte non hanno diritto di parola. Quindi, anche questi 26 morti non avranno alcun effetto sulle restrizioni nella vendita di armi in Usa, come non lo hanno avuto i 58 morti di Las Vegas.

Da capire, però, perché i governi americani spendano così tanti soldi nelle forze armate per difendere i propri concittadini dai possibili attacchi che i "terroristi" potrebbero portare sul suolo americano, quando all'interno del Paese si permette che ogni anno vengano uccise, senza un valido motivo, oltre diecimila persone.