Ministero delle Politiche agricole e WWF hanno siglato un protocollo d'intesa per collaborare alla conservazione della natura nei territori rurali.

La collaborazione interessa le oltre 214mila aziende agricole italiane che risiedono nei territori della rete Natura 2000, costituita da "Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva 92/43/CEE Habitat e da Zone di Protezione Speciale (ZPS), istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE "Uccelli" per la conservazione degli uccelli selvatici."

Grazie a questo accordo, le aziende agricole distribuite all’interno della Rete Natura 2000 potranno così agire in difesa della natura, utilizzando anche i finanziamenti pubblici previsti dal II° Pilastro della PAC (Politica Agricola Comune).

La loro distribuzione nel paese è piuttosto uniforme: 43.850 (12%) sono localizzate al Nord, 50.353 nel centro Italia (22%), 82.515 nel sud Italia (13%) e 37.817 nelle isole maggiori, Sardegna e Sicilia (15%).

Questo è ciò che permette in concreto il Protocollo d’Intesa tra Mipaaf e WWF Italia:

1. sviluppare per il periodo di programmazione 2014-2020 dei fondi PAC una valutazione dei risultati conseguiti dalle Regioni, attraverso i Programmi per lo Sviluppo Rurale (PSR), per migliorare la tutela della rete Natura 2000;

2. individuare e promuovere forme di valorizzazione e riconoscimento delle imprese agricole impegnate in attività di conservazione e gestione del capitale naturale;

3. favorire la diffusione di modalità innovative di utilizzo delle misure agro-climatiche-ambientali presenti nella PAC 2014-2020;

4. monitorare, promuovere e accompagnare i PSR, identificando le attività più innovative messe in campo dalle Regioni.

Coisì ha commentato l'iniziativa Donatella Bianchi, presidente del WWF Italia, durante la cerimonia della firma del Protocollo di intesa tra il ministero delle Politiche agricole alimentati e forestali: «Le prospettive di crescita demografica al 2050 comporteranno una crescente richiesta di cibo. Per sfamare 9 miliardi di persone, restando entro i limiti di sfruttamento delle risorse del pianeta, agricoltura e pesca dovranno essere sempre più sostenibili e sani. Sarà fondamentale quindi replicare modelli virtuosi capaci di coniugare produzione e rispetto dell’ambiente.

L’Italia vanta già un numero considerevole di aziende agricole amiche della natura dove i coltivatori svolgono l’importante ruolo di custodi della biodiversità, la collaborazione con il Mipaaf rappresenta quindi per noi del WWF, un passo importante nel complesso processo di tutela attiva della natura, come richiesto dalle Direttive europee "Habitat" e "Uccelli", naturale evoluzione di un'attenzione al rapporto tra conservazione della natura e agroecosistemi che l'Associazione ha avviato sin dal 1966, anno della sua nascita, e concretizzata nel tempo con l’esperienza di "Terre dell’Oasi", il primo progetto nazionale di filiera delle produzioni agricole all’interno dei siti Natura 2000 (promosso dal WWF Italia insieme alla Società Oasi e Legacoop), e con numerose esperienze di agricoltura sociale realizzate nelle Oasi, Riserve naturali e Centri di Educazione Ambientale gestiti dall’Associazione (sono 78 i Siti di Interesse Comunitario e 44 le Zone di Protezione Speciale della Rete Natura 2000 presenti nelle 110 Oasi del WWF).»