Dal fiume al mare: la strategia di Israele e l'indifferenza della comunità internazionale
Lunedì 2 settembre, "il presidente Biden e la vicepresidente Harris si sono incontrati nella Situation Room della Casa Bianca con il team di negoziatori degli ostaggi degli Stati Uniti in seguito all'omicidio dell'americano Hersh Goldberg-Polin e di altri cinque ostaggi da parte di Hamas. Il presidente Biden ha espresso la sua devastazione e indignazione per l'omicidio e ha ribadito l'importanza di ritenere responsabili i leader di Hamas. Durante l'incontro, il presidente Biden e la vicepresidente Harris hanno ricevuto un aggiornamento dal team negoziale sullo stato della proposta ponte delineata da Stati Uniti, Qatar ed Egitto. Hanno discusso i prossimi passi nello sforzo in corso per garantire il rilascio degli ostaggi, comprese le consultazioni in corso con i co-mediatori di Qatar ed Egitto".
Come si legge dal comunicato della Casa Bianca, la questione del cessate il fuoco, per i due complici nel genocidio in atto a Gaza , è marginale... la cosa più importante dell'accordo tra Hamas e Israele è la liberazione dei detenuti israeliani, tralasciando ogni commento sulla necessità di rimarcare la responsabilità di Hamas nella morte dei sei prigionieri.
Successivamente, Biden ha però accusato Netanyahu di non fare abbastanza per raggiungere un accordo con Hamas... ma almeno stavolta non ha parlato di possibili linee rosse come ha fatto in passato! È un passo avanti, visto che tali linee non esistono e che l'impunità dello Stato ebraico è garantita per qualsiasi crimine commetta.
Così Israele, trincerandosi dietro la sua sicurezza, l'antisemitismo, la shoah e qualunque altra cosa possa ritenere utile per giustificare il proprio agire, continua il genocidio nei confronti del popolo palestinese.
Durante la notte, nel campo profughi di Jabalia, il morale esercito dell'altrettanto morale Stato ebraico ha assassinato almeno otto persone in attesa della distribuzione del pane. Un crimine che, come tanti altri, non avrà giustizia.
E dato che ad uno Stato canaglia, come lo è lo Stato ebraico di Israele, si permette di agire impunemente, tale Stato - giustamente da un punto di vista logico - continua a mettere in atto la propria politica criminale.
Così, i due saltimbanchi che a Washington rappresentano i vertici delle istituzioni USA, per evitare ulteriori imbarazzi, non hanno pronunciato una sillaba in relazione all'attacco dell'esercito israeliano in Cisgiordania, dove sta radendo al suolo Jenin e a breve inizierà a fare altrettanto a Tulkarem, Hebron... senza dimenticare che contemporaneamente supporta i coloni ebrei nei loro raid terroristici e nelle loro quotidiane provocazioni, dove occupano persino le moschee.
Il fine ultimo di Israele, quello che la comunità internazionale fa finta di non vedere, è l'annessione totale di ciò che rimane del territorio palestinese, tanto che il criminale Netanyahu illustra le cartine di Israele dove i confini della Cisgiordania non sono indicati, confermando che il territorio dello Stato ebraico va dal fiume al mare.
Ma in questo caso, i sionisti ebrei non danno in escandescenze, come ad esempio la signora Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche in Italia, che in passato si faceva venire quasi delle crisi isteriche per dare degli idioti agli studenti universitari che gridavano lo slogan dal fiume al mare, accusandoli di volere il genocidio degli ebrei. E adesso che cosa dice la signora Di Segni? Nulla. Evidentemente, per lei, uno Stato ebraico che vada dal fiume al mare non è da condannare, così come il conseguente genocidio del popolo palestinese.