Un raro tipo di corpo celeste sta interrogando gli astronomi su come debba essere classificato. Individuato nel 2005 come asteroide, all'interno del programma Atlas, 248370 2005 Qn137, questa la sua denominazione, si è reso simile ad una cometa come dimostrato in seguito a successive osservazioni, presentando pertanto, contemporaneamente, tratti da cometa e da asteroide.

Queste le conclusioni di una ricerca presentata al 53° meeting dell’American Astronomical Society’s Division for Planetary Sciences. 

In base alle osservazioni effettuate, gli astronomi hanno scoperto che il nucleo misura 3,2 chilometri di diametro e la lunghezza della coda – nello scorso luglio – superava i 720.000 chilometri per 1.400 chilometri di larghezza. Generalmente l’attività della cometa viene causata dalla sublimazione: questo indica che la maggior parte di esse provengono dal Sistema Solare esterno, oltre l’orbita di Nettuno, e trascorrono la maggior parte del loro tempo lì, avvicinandosi al Sole e alla Terra solo per brevi periodi. Quando si trovano in prossimità del Sole si riscaldano e rilasciano gas e polvere a causa della sublimazione del ghiaccio, un processo che fa apparire le loro code come sfocate all'occhio dei telescopi.

Invece, gli asteroidi che principalmente orbitano tra Marte e Giove, si ritiene siano rimasti per almeno 4,6 miliardi di anni proprio dove li vediamo oggi, nel Sistema Solare interno. Secondo le teorie più accreditate, la vicinanza alla nostra stella non avrebbe permesso l’accumulo di materiale congelato al loro interno.

La particolarità di 248370 fa ritenere che in quel corpo celeste, come alcuni altri analoghi riscontrati, una parte sostanziale dell’acqua terrestre sia stata trasportata tramite impatti di asteroidi provenienti dalla fascia principale, quando il nostro pianeta era agli albori della sua formazione.

E proprio per le loro caratteristiche, questi oggetti sono ritenuti importantissimi per aiutare a rivelare nuovi particolari sull’origine dalla vita sulla Terra.