Questo mercoledì, i circa 13mila impiegati dell'UNRWA hanno manifestato davanti al quartier generale dell'agenzia delle Nazioni Unite che offre aiuto ai profughi palestinesi in Medio Oriente, per protestare contro i tagli ai salari e ai servizi forniti ai rifugiati dopo la decisione USA di non finanziare più l'agenzia.

In pratica, la protesta si può descrivere come una manifestazione sindacale alle cui origini stanno però delle decisioni politiche, che hanno portato alla crisi finanziaria dell'UNRWA.

L'Agenzia Onu assiste oltre cinque milioni di palestinesi nei Territori occupati, in Libano, in Siria e in Giordania. Gli Stati Uniti hanno deciso di interrompere l'erogazione di oltre 300 milioni di dollari con cui finaziava l'UNRWA che, nonostante l'aumento delle donazioni di diversi paesi, ha adesso un deficit di 270 milioni di dollari.

L'interruzione degli aiuti ai profughi e la perdita di migliaia di posti di lavoro tra i palestinesi erano gli obbiettivi che Trump e Netanyahu si erano posti per creare un'ulteriore strumento di pressione per far accettare all'ANP un piano di pace che trasformerebbe la Palestina in una sorta di territorio da sfruttare e chi vi abita, a meno che non sia israeliano, un cittadino di serie b.

Un disegno folle che il premier israeliano e il presidente americano perseguono anche grazie all'ipocrisia e all'indiffernza della comunità internazionale.

Per tale motivo non fa notizia l'uccisione di 6 palestinesi, avvenuta nelle ultime 24 ore in episodi separati avvenuti nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, da parte dell'esercito israeliano.

E per tale motivo, Israele può permettersi di negare l'accesso nella Striscia di Gaza ad una delegazione del Parlamento Europeo in missione ufficiale per investigare sulla situazione umanitaria nei Territori occupati, inclusa Gaza.