In Italia i dati del Sistema di sorveglianza sentinella delle malattie sessualmente trasmissibili (MST) mostrano un aumento delle patologie pari al 25% dal 2005. La Lombardia con circa 20 mila persone siero positive è tra le regioni italiane più colpite dal virus HIV ed è stato riscontrato un dato allarmante e cioè che il 37% degli italiani non si è mai sottoposto al test HIV, il 5% delle persone che vivono con il virus non lo ha mai detto al proprio partner, quattro su 10 non confidano la sieropositività ai familiari e il 74% non ne fa cenno in contesto lavorativo. Ma non c'è solo l'HIV tra le MST che mostrano profili di criticità. Recentemente l'European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) ha segnalato l'espansione della Clamidia (che interessa soprattutto donne e giovani in età compresa tra i 15 e i 24 anni) e la recrudescenza di malattie come la gonorrea e la sifilide, che sembravano del tutto scomparse a cavallo del nuovo millennio e che fanno invece registrare un aumento improvviso della loro incidenza, soprattutto nelle grandi città metropolitane e a carico di popolazioni con un rischio di infezioni trasmesse sessualmente più elevato. Di fronte ad un simile quadro già da tempo si è posto l'accento sulla necessità di intervenire. L'ha fatto Il Consiglio regionale della Lombardia che ha approvato un ordine del giorno presentato dai consiglieri Gian Antonio Girelli, primo firmatario,Mario Barboni, Carlo Borghetti, Marco Carra, Luca Gaffuri e Sara Valmaggi. Quanto segnalato dagli istituti di sorveglianza epidemiologica sulla diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili. impone a tutti noi una riflessione sulle azioni utili a frenarne l'estensione. Se a livello nazionale si è provveduto con le linee di indirizzo contenute nel Piano Nazionale della Prevenzione, mancava però una altrettanto forte sottolineatura a livello lombardo, che ora invece c'è.