Immaginiamo di entrare in un mondo più intimo, nascosto, dove l’anima vola su una società sempre più attenta alle apparenze e alla tecnica, svelandone inganni e artifici. Ci si immerge, così, nei versi di “Creature del bosco”, l’opera firmata Ida Rosalba Di Biase, autrice di Foggia, e pubblicata nella collana “Poeti in transito” dell’Aletti editore. «I pensieri - racconta l’autrice, che ha dedicato gran parte della sua vita all’insegnamento di Scienze naturali nelle scuole medie superiori - si evolvono in immagini. Le immagini hanno il potere di entrare negli abissi dell’anima. “Creature del bosco” evocano il divino nelle manifestazioni della natura ma anche il mito che è l’espressione di archetipi universali. Non c’è stata un’idea iniziale.

Non ho scritto pensando di realizzare una raccolta di poesie. Ho scritto per una sorta di necessità interiore. Mi si sono presentate delle opportunità con la casa editrice Aletti e le ho semplicemente colte». La poesia, come qualsiasi arte, è manifestazione dell’essenza delle cose e degli uomini. Essa assume delle forme che creano ponti di comunicazione con il mondo, in cui emergono la drammaticità della condizione umana, l’essere “qui ed ora”, il senso di appartenenza a un qualcosa che va oltre i limiti della ragione.

«L’autrice, con l’opera “Creature del bosco” - scrive, nella Prefazione, Giuseppe Aletti, poeta, critico letterario, editore e formatore, titolare della omonima casa editrice che ha sede a Villanova di Guidonia (Roma) - ci lascia addosso questo desiderio, che a volte diventa incanto, altre mistero, e la sua parola continua a risuonare in chi legge. La potenza vibrante della parola non è arrestata dal troppo dire. Ida Rosalba ha scelto di affidare il risultato del suo appassionato meditare a poesie snelle, fatte di parole essenziali e persuasive, da cui emerge la sua incessante e urgente spinta verso la conoscenza; esigenza che la accomuna ai Grandi. La poesia come bisogno primario, indispensabile per il sostentamento dell’Anima, così come lo sono il bere e il mangiare per il nutrimento del corpo».

Nei versi - caratterizzati da essenzialità, semplicità, libertà da schemi preconfezionati, preziosità del “non detto” - si intreccia la realtà con l’intangibile, le “astrazioni”, con ciò che resta misterioso, nascosto e non visibile. «La realtà materiale - spiega l’autrice - è fatta di oggetti e di connessioni, alcune oggettive e misurabili, altre ancora misteriose. Anche un sogno è realtà. L’intangibile è realtà. L’intreccio tra le realtà è un processo naturale. L’arte è la sublimazione creativa e personale dell’intreccio». L’opera ha come sfondo emozionale e filosofico l’antica sapienza greca che considera tragica la condizione umana. Attraverso la poesia l’autrice intraprende, e fa intraprendere ai suoi lettori, che diventano così co-creatori, il viaggio iniziatico nella profondità dell’essere.

«Andare oltre significa togliere potere alle apparenze attraverso l’espansione creativa del potere della parola». Ed è proprio questo che l’autrice vuole trasmettere attraverso la sua scrittura. «Il mistero dell’essere e la sorpresa della scoperta di parti di sé nascoste e prigioniere della logica».

Federica Grisolia