Da lunedì il presidente della Camera Fico, il 5 Stelle "di sinistra", è in missione a Bruxelles . Stamani ha incontrato il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, definito un ubriacone dal vicepremier Matteo Salvini solo pochi giorni fa.

Così Roberto Fico ha descritto il suo colloquio con Juncker: «È stato un dialogo sicuramente molto proficuo. Ho trovato una persona disponibile all'ascolto e senza dubbio disponibile ad analizzare la manovra italiana con un dialogo serrato.»

Tutt'altro stile rispetto alle "muscolari" dichiarazioni dei due vicepremier a capo del Governo, comprese quelle del capo politico dei 5 Stelle, il "ridens semper videtur", Luigi Di Maio.

Da notare poi che Fico, ieri, accennando alle prossime elezioni europee, aveva ribadito che «non c'è dubbio che il Movimento non si siederà mai con la Le Pen», la leader del Rassemblement National francese (estrema destra francese), alleato della Lega di Salvini.

Alle parole di Fico, si aggiungono poi anche quelle del premier Giuseppe Conte che oggi ha detto che il Governo intende avviare con l'Ue un dialogo «ragionevole» sulla prossima manovra.

«Noi siamo disponibilissimi - ha detto Conte da Firenze - a spiegare questa manovra, confrontandoci in modo ragionevole. Confido che non ci siano toni un po' agitati da nessuna parte, perché non è proficuo per nessuno, né per l'Europa, né per l'Italia.»

Un avvertimento che per ora è rimasto inascoltato dai suoi due vicepremier, ammesso che Conte ci abbia parlato e li abbia "redarguiti" in tal senso.

Conte ha poi proseguito dicendo: «Vi preannuncio che domani pomeriggio a Palazzo Chigi si riunirà la cabina di regia per gli investimenti. Sono state invitate le più grandi aziende partecipate del nostro paese e siamo a valutare quale sarà un piano addizionale per gli investimenti.»

Infine, anche il ministro dell'Economia Giovanni Tria, questo martedì durante un'audizione alla Camera sulla nota aggiuntiva al Def, ha auspicato un confronto costruttivo con le istituzioni europee e un abbassamento dei toni sulla manovra, non dimenticando però che, a dieci anni dalla crisi, «l'Italia è in una situazione di ritardo inaccettabile nella crescita di economia e occupazione».

Dopo le dichiarazioni fumettistiche riservate ieri da Salvini non solo ai vertici delle istituzioni europee, ma anche agli operatori dei mercati finanziari, alcuni rappresentanti delle istituzioni hanno cercato di abbassare i toni e rasserenare il clima attorno a manovra e Governo, per evitare di far precipitare la situazione, in relazione alla speculazione sui BTP e sui titoli delle banche quotate in Borsa.

Ma forse inutilmente. Infatti, nonostante l'impegno mostrato in tal senso da Fico, Conte e Tria, lo spread sui BTP anche questo martedì, intorno a mezzogiorno, ha ripreso a correre verso quota 320, in pratica circa 150/200 punti in più di quello che dovrebbe essere, visto che lo spread Bonos/Bund è di poco superiore ai 100 punti. Infatti, difficile credere che l'economia spagnola possa valere 200 punti di differenza sui titoli del debito pubblico.