L’appuntamento è con la tre giorni di incontri e discussioni all’interno dell’Ecr, il partito dei conservatori europei, di cui Fratelli d’Italia è esponente di spicco e assai rilevante.

Fortissimamente voluta dal copresidente dell’Ecr Raffaele Fitto, per riunire all’hotel Westin palace di Roma, in via Veneto, il gotha della delegazione di eurodeputati, che compongono il gruppo dei conservatori a Bruxelles. Invitata d’eccezione per l’apertura dell'incontro, rigorosamente a porte chiuse, non poteva certo mancare la presidente del gruppo, Giorgia Meloni, leader di fratelli d’Italia, all’indomani di un voto, che certo, come ha ribadito a margine del suo intervento, non può definirsi soddisfacente per la coalizione di centrodestra.

“Esistono politici e ci sono follower” apre il suo discorso la Meloni. Un battuta che qualcuno, forse un pò troppo maliziosamente, definisce rivolta soprattutto a Matteo Salvini. Ma più che a Salvini, la Meloni sembra voler parlare a tutti quelli che in questi mesi non hanno tenuto la barra dritta e portato avanti con convinzione le proprie posizioni, come invece pare chiaro aver fatto lei.

“Siamo fieri di avere avuto posizioni chiare fin dall'inizio senza tentennamenti”, riferendosi alla posizione di sostegno convinto all’Ucraina contro l’invasione russa, che ha sempre avuto il partito sul conflitto ( qui forse si può interpretare una piccola stoccata a chi come Salvini e Conte non pare invece proprio granitico sulle proprie posizioni).

Ma il discorso della Meloni ha chiaramente un respiro internazionale e non è certo politica che si fa trascinare in simili consessi in polemiche o riferimenti a puri fatti di politica nazionale, a cui probabilmente, la platea di eurodeputati dei 27 paesi invitati sarebbe poco interessata. Afferma senza esitazione che i conservatori che lei dirige sono stati dei pionieri e si sono dimostrati quelli certamente più lungimiranti, denunciando per primi le carenze dell’Europa, anche e soprattutto nella catena di approvvigionamento energetico e nella eccessiva dipendenza dal gas Russia.

“Non è un caso se la prima forma di comunità europea si chiamava CECA ( comunità europea del Carbone  e dell’acciaio), perché già allora si capiva la fondamentale importanza di dotarsi di strumenti adeguati di approvvigionamento energetico". Ma ora quello spirito secondo la Meloni si è perso, perché  i cosiddetti europeisti, che lei chiama un po sprezzantemente “centralisti”, non hanno lavorato per il futuro e per creare un'Europa forte basata “ sulla condivisione e non sull’imposizione”.

Ma la Meloni che parla in maniera molto piu pacata del solito ribadisce quella che era invece la loro visione, che si sta clamorosamente dimostrando quella giusta.

“Chiedevamo un’Europa che facesse meno ma facesse meglio. Non ci sbagliavamo. Volevamo un’Europa che si attrezzasse per l’indipendenza energetica, per una difesa e una politica estera degne di questo nome. Ancora oggi l’Europa fa finta di non vedere, dicendo che tutto ha funzionato tutto bene. Ma non mi sembra”.

Non manca anche una aspra critica a quello che lei derubrica ad una semplice passerella e cioè la recente “conferenza sul futuro dell’Europa” che grossi sostanziali risultati effettivamente sembra proprio non aver portato. L’Europa dovrebbe essere guidati in un momento così delicato sul piano internazionale da “leader che, di fronte alla tempesta, indicano la rotta e non quelli che di fronte alla tempesta pensano al loro tornaconto elettorale”.

Perché in realtà quello che sta accadendo con invasione russa dell’Ucraina, sarebbe solo la punta dell’iceberg, una sorta di prova generale da parte di chi veramente rappresenta un pericolo per l’occidente, la Cina, che come dice la Meloni “in caso di vittoria della Russia sarebbe il vero vincitore del conflitto”.

Ed è per questo motivo che bisogna appoggiare senze se e senza ma lo sforzo ucraino, che non rappresenta solo la difesa sacrosanta di un paese attaccato, ma anche la difesa verso un pericolo maggiore e verso l’indipendenza di tutti i noi di fronte alla legge del più forte militarmente. Insomma un discorso da chi già pensa a scenari futuri che la potrebbero portare a palazzo Chigi, come le augura il polacco Legutko, copresidente del gruppo insieme a Fitto, e non a caso rivendica con forza il fatto che il governo Draghi, incapace di trovare una sintesi ha approvato sugli aiuti all'Ucraina una risoluzione proprio di fratelli d'Italia.