Nel 2017, Alessandro Di Battista faceva campagna elettorale per il Movimento 5 Stelle dicendo ai pugliesi, e soprattutto a coloro che si opponevano al TAP, che quell'opera sarebbe stata fermata se il Movimento fosse andato al governo. Nessuno lo ha mai sentito parlare di valutazioni relative al rapporto costi/benefici, penali, sanzioni o contratti - più o meno nascosti - legati alla realizzazione o meno del progetto.
Ad agosto 2018, dall'America, lo stesso Di Battista si appellava ai 5 Stelle, a Di Maio in particolare, ricordando che sul no alla TAV e alla TAP il Movimento aveva costruito il proprio consenso e preso i voti e che fosse necessario dar seguito a quelle promesse.
La TAP si farà e Di Battista si è dimenticato di quello che aveva detto fino a qualche settimana fa... Ha chiesto scusa? No. Si è dispiaciuto? No. Ha dato l'addio ai 5 Stelle? No.
Ovviamente Di Battista ha il diritto di dire e fare ciò che crede, anche di dimenticarsi quello che aveva detto fino a 5 minuti prima. Ma non si può però non notare l'incoerenza in chi ha fatto una campagna elettorale in lungo e in largo per l'Italia accusando di incoerenza i propri avversari politici. Anzi, facendo dell'incoerenza degli altri un proprio cavallo di battaglia.
Di Battista ha semplicemente ignorato ciò che è accaduto con la TAP, facendo finta di dimenticarsene o di non aver mai trattato l'argomento.
E in un video del 7 novembre, Di Battista adesso ricorda che la nuova linea di confine del Movimento è diventata la prescrizione... su quella non si arretra di un passo, ecc.
Anche in questo caso i 5 Stelle hanno preso l'ennesima sberla, sottostando al volere della Lega. Se ne riparlerà tra un anno... ma solo nel caso in cui si farà la riforma della Giustizia a cui la prescrizione dovrà comunque essere legata... lo ha detto Salvini.
Di Battista fa venire in mente "Carluccio uomo di ferro", il personaggio che nel Turco napoletano, uno dei film più riusciti e divertenti di Totò, dice di voler spaccare il mondo, ma che non spacca mai nulla e finisce poi per esser pure preso a sberle.
In pratica, la fotocopia di quello che è diventato, o è sempre stato, il Movimento 5 Stelle.