Secondo quanto riporta in esclusiva l'agenzia Reuters, che ha intervistato due ex dipendenti, i recenti tagli effettuati da Tesla al proprio personale per contenere i costi di produzione hanno più che dimezzato la divisione addetta alla consegna delle auto per i clienti nordamericani.

Infatti, dei 230 dipendenti impiegati nella sede di Las Vegas destinata alle consegne in Canada e negli Stati Uniti, ben 150 sarebbero stati mandati a casa.

Questo a conferma delle voci già ricorrenti in base alle quali le vendite dell'auto destinata alla fascia media del mercato, la Model 3, si sarebbero drasticamente ridotte, tanto che la maggior parte di quelle vetture che escono dallo stabilimento di Fremont sarebbero destinate al mercato europeo e a quello orientale.

La Model 3 è stata pensata per incrementare i volumi e la redditività di Tesla, in precedenza concentrata esclusivamente su vetture di fascia alta. Il problema, però è che il prezzo minimo che la casa automobilistica è riuscita ad offrire ai clienti americani è sempre troppo alto per incentivarne l'acquisto.

Anche dopo le ultime riduzioni, il prezzo del modello base di Tesla è ancora ben superiore ai 40mila dollari, ben lontano dall'obbiettivo dei 35mila dollari indicato da Musk nel 2016, quando annunciò la progettazione della nuova auto.

Fino alla fine del 2018, Tesla ha potuto avvantaggiarsi degli incentivi offerti dal Governo che prevedevano sgravi ben oltre i 7mila dollari per l'acquisto di una Model 3. Dall'inizio del 2019 gli sgravi si sono dimezzati e le vendite negli Stati Uniti sono diminuite quasi del 50%.

Tesla ha dichiarato che per metà del 2019 sarà in grado di offrire il modello base della Model 3 al prezzo di 35mila dollari. Però, ormai, sono rimasti in pochi a credere agli annunci di Musk su Tesla che, a breve, dovrà guardarsi anche dalla concorrenza dei marchi orientali e tedeschi che hanno deciso di investire seriamente nella produzione di auto elettriche.