L'Onu, sul proprio sito, ha ricordato al mondo che ventiquattro anni fa, il 7 aprile, in Ruanda gli Hutu iniziarono il massacro dei Tutsi e degli Hutu moderati, chiedendosi se sia possibile oggi prevenire il ripetersi di simili atrocità.

La risposta appare scontata. A dimostrarlo è quanto accaduto venerdì al confine della Striscia di Gaza. Per il secondo venerdì di fila, dei soldati israeliani appostati su terrapieni sparano su una folla di manifestanti, che si trovano all'interno del loro territorio, che si è resa colpevole di avvicinarsi troppo alle recinzioni che dividono Gaza da Israele.

Le "armi" di quei manifestanti? Copertoni bruciati, pietre, molotov. Armi sufficienti perché potessero essere presi di mira dai cecchini dell'esercito israeliano che, solo venerdì, hanno causato 10 morti (tra cui un giornalista) e circa 300 feriti.

L'Onu, che si interroga sul genocidio del Rwanda, non sembra essersi molto preoccupato né tantomeno indignato per quanto accaduto. Anche i singoli Stati non hanno dato segno di particolare interesse riguardo questi fatti. I giornali internazionali, poi, trattano la notizia come se fosse di secondo piano.

In fondo, per nascondere qualsiasi imbarazzo, a costoro è sufficiente dire che a Gaza comanda Hamas, che Hamas è una organizzazione terroristica e che la causa di tutto ciò è da attribuire all'islamismo estremista che, anche se non è ben spiegato, istigherebbe i palestinesi a farsi ammazzare dagli israeliani, a loro volta costretti a non esimersi da tale compito.

È difficile dire se lo scrivere cose simili sia da considerarsi più ridicolo o più assurdo... eppure questa è la tesi che media e istituzioni, anche se con sfumature e gradi diversi, utilizzano perché Israele possa continuare a fare ciò che ha fatto nelle ultime due settimane... che non è altro che il ripetersi di ciò che è avvenuto da almeno 51 anni a questa parte.

Possibile che la comunità internazionale possa continuare a consentire ad una nazione di agire in totale disprezzo delle regole che, invece, in altri casi e per altre nazioni sembrano valere ed essere motivo di sanzioni e penalizzazioni? Finora è stato così e non sembra che ci siano i presupposti perché tale situazione possa cambiare.

Israele deve continuare ad occupare Gerusalemme est, la Cisgiordania e Gaza. Israele deve consentire ai propri coloni di rubare la terra in Cisgiordania e le aree edificabili a Gerusalemme est. Israele deve tutelare i propri soprusi licenziando leggi che, democraticamente, fanno diventare legali i furti commessi. Israele deve continuare ad ammazzare chi protesta per denunciare le enormi ingiustizie che è costretto a subire da decenni.