Sono stati i ragazzi del '99 la base su cui Mattarella ha fondato il proprio discorso di fine anno per riassumere quanto è accaduto in Italia, dispiacersi dei lutti, incoraggiare chi vive una condizione di disagio, ricordare alle forze politiche il loro ruolo di rappresentanza e responsabilità, in special modo in vista della prossima campagna elettorale.

I ragazzi del '99 di oggi, quelli del ventesimo secolo, sono i ragazzi chiamati a votare per la prima volta. E da Matterella sono stati chiamati in causa anche per ricordare quelli di 100 anni fa i ragazzi del '99 del diciannovesimo secolo, quelli che nel novembre del 1917 furono mandati a morire tra Trentino e Veneto per fermare l'avanzata austriaca, poco equipaggiati e ancor meno addestrati. E fu grazie a loro che gli austriaci vennero di nuovo fermati nella battaglia del solstizio e, successivamente, definitivamente sconfitti in quella di Vittorio Veneto.

Le croci richieste ai ragazzi di oggi sono ben diverse e meno drammatiche rispetto a quelle richieste ai ragazzi di 100 anni fa. Riusciranno a comprenderne la responsabilità? Difficile prevederlo, ma forse è anche inutile sperarlo, perché a mancare sarà prima di tutto la responsabilità di chi rappresenta le istituzioni.



L'ipocrisia, va da sé, contribuirà a dare un velo di rispettabilità ai prossimi mesi della vita pubblica italiana e dei politici che la rappresentano che giureranno, fino a perdere la voce, di rappresentare gli interessi della gente e del Paese, mentre, sottobanco faranno di tutto solo per assicurarsi una poltrona anche nella prossima legislatura.

Ipocrisia che è supportata dal cosiddetto "sistema Paese", da quello produttivo a quello dell'informazione. Il mercato che si sta apparecchiando servirà a contrattare il solito "do ut des" giustificato dalla necessità che non si può lasciare il Paese in mano al nemico di turno. Ieri erano i comunisti, oggi sono i 5 Stelle.

Può darsi che ci sia pure una logica ed un senso in questo cinico opportunismo, ma è sicuro che c'è anche una profonda ingiustizia di cui il Paese e gli italiani finiscono per esserne vittime. Infatti, la responsabilità richiesta, una volta ottenuta, sarà poi utilizzata, da chi si è fatto eleggere, come strumento per continuare a fare i propri interessi o quelli di chi, per un motivo o per l'altro, finisce sempre per avere un salvagente.

Ed ha seguito questa modalità nel ricoprire il proprio ruolo istituzionale anche lo stesso Mattarella che nel suo discorso, riferendosi alla missione della politica, ha indicato la Costituzione come cassetta degli attrezzi in grado di indicarci "la responsabilità nei confronti della Repubblica" e di sollecitarci "a riconoscerci comunità di vita".

Ma se la Costituzione serve a questo, come è possibile che Mattarella, novello Ponzio Pilato, finora abbia firmato leggi palesemente anticostituzionali, oltre che insensate, e non abbia mai svolto un ruolo di "moral suasion" nei confronti di Governo e Parlamento, anche in considerazione del fatto che, soprattutto in questa legislatura, il loro ruolo di rappresentatività era fortemente compromesso dalla modalità di elezione giudicata incostituzionale dalla Consulta?

Il presidente Mattarella ha ricordato i problemi del Paese e le sfide con cui si dovrà confrontare, definendole superabili, purché ciascuno faccia interamente la propria parte: "Specialmente chi riveste un ruolo istituzionale ... deve avvertire, in modo particolare, la responsabilità nei confronti della Repubblica".

Nel passato, Mattarella ha firmato leggi come l'Italicum ed ha consentito che il Parlamento approvasse a maggioranza una riforma della Costituzione scritta con i piedi e priva di qualsiasi razionalità... e questi sono solo alcuni degli esempi più eclatanti.

E secondo Mattarella, il cui ruolo dovrebbe essere quello di richiamare la politica al rispetto delle regole, l'aver ignorato che tali regole venissero rispettate da Governo e Parlamento sarebbe stato il modo migliore per assolvere "la responsabilità nei confronti della Repubblica" cui lo stesso presidente della Repubblica ha invitato a fare riferimento?