"Addirittura ieri il direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, si lamentava perché a suo dire io non faccio il senatore: forse è quello che pensano i lettori del Corriere della Sera se è vero che fanno articoli sulle mie conferenze e i miei processi o sulla Maratona ma non scrivono una riga quando intervengo su Piantedosi per Cutro (ricordate? Questo l’intervento) o quando parlo in aula di aeroporti. O quando, per dire, chiedevo di non dare i soldi alle società di calcio come ha fatto il Governo attraverso il senatore Lotito: allora i giornali di Cairo – casualmente proprietario del Torino – mi sembravano più sensibili alle società di calcio che ai lavori parlamentari del senatore Renzi. Magari sono solo casualità, chissà. Fatto sta che su quella mia battaglia parlamentare certi media non hanno acceso i riflettori. E le società di calcio hanno avuto quello che chiedevano".

Così ha scritto giovedì Matteo Renzi sulla sua enews  in risposta al commento, puntuale, del direttore del Corriere al suo nuovo incarico "professionale", quello di direttore de Il Riformista.

Questo il comento di Fontana riportato dall'AdnKronos:

"Mi stupisce che Renzi voglia fare tremila mestieri e non l'unico per cui è stato eletto dal popolo italiano, che è quello di fare il senatore della Repubblica. E' un po' curioso da parte di chi ha chiesto il voto per occuparsi di fare il senatore dirigere un partito prima, poi conferenze varie, ora direttore di un giornale....Mi sembra un rapporto un po' strano con i propri elettori, ecco".

Renzi, però, dovrebbe anche guardare in casa propria, perché il suo alleato del cosiddetto terzo polo non è apparso per nulla convinto di quanto è, pure lui, venuto a sapere senza preavviso.

Così Carlo Calenda, ieri, ha commentato la notizia in una intervista a Tagadà:

"L’ho saputo un pochettino prima degli altri. Mi ha chiamato, bontà sua. ... Bisogna dire però, a tutela dei lettori, che il giornale non ha niente ha che fare con il terzo polo. ... Questa è una situazione inedita. L’indipendenza sarà molto importante per Renzi. Tracciare una linea tra il lavoro di senatore e quello di direttore del giornale non è una cosa semplicissima. Il passaggio di Renzi, che va a dirigere un contropotere, è un passo importante. Rispetto il suo percorso di allontanamento dal lavoro diretto nel terzo polo, ma questo deve essere molto chiaro. L’importante è che non si sviluppino conflitti d’interesse. E i liberali in tutto il mondo sono andati in crisi proprio su questo. Se vogliamo riformare l’Italia, dobbiamo fare chiarezza".

Come possa essere ritenuto liberale e fare chiarezza uno come Renzi che in tema di conflitto d'interessi è secondo solo a Berlusconi, da sempre suo riferimento politico, è un mistero... come è un mistero che Calenda non se ne sia ancora reso conto.