Nella tradizionale benedizione dell'Urbi et Orbi in occasione del Natale, dalla loggia della Basilica di san Pietro, papa Francesco ha ricordato i drammi del nostro tempo, dalla guerra in Ucraina a quelle in Africa, ribadendo ancora una volta che ogni giorno grandi quantità di alimenti vengono sprecate, si spendono le risorse per acquistare le armi e lo stesso cibo viene usato come arma. 

"Gesù nasce in mezzo a noi, è Dio con noi. Viene per accompagnare il nostro vivere quotidiano, per condividere tutto con noi, gioie e dolori, speranze e inquietudini. Viene come bambino inerme... è la nostra pace: quella pace che il mondo non può dare... è la via della pace... con la sua incarnazione, passione, morte e risurrezione, ha aperto il passaggio da un mondo chiuso, oppresso dalle tenebre dell’inimicizia e della guerra, a un mondo aperto, libero di vivere nella fraternità e nella pace".

Come accedervi?
"L’attaccamento al potere e al denaro, la superbia, l’ipocrisia, la menzogna non sono nient'altro che pesi a cui non prestare attenzione... fissiamo lo sguardo sul volto del Bambino che è nato per noi! In quel piccolo viso innocente, riconosciamo quello dei bambini che in ogni parte del mondo anelano alla pace. ...

I fratelli e le sorelle ucraini vivono questo Natale al buio, al freddo o lontano dalle proprie case, a causa della distruzione causata da dieci mesi di guerra. Il Signore ci renda pronti a gesti concreti di solidarietà per aiutare quanti stanno soffrendo, e illumini le menti di chi ha il potere di far tacere le armi e porre fine subito a questa guerra insensata! Purtroppo, si preferisce ascoltare altre ragioni, dettate dalle logiche del mondo. Ma la voce del Bambino, chi l’ascolta? ...

Il nostro tempo sta vivendo una grave carestia di pace anche in altre regioni, in altri teatri di questa terza guerra mondiale... con  la Siria, ancora martoriata da un conflitto che è passato in secondo piano ma non è finito, e la Terra Santa, dove nei mesi scorsi sono aumentate le violenze e gli scontri, con morti e feriti. Imploriamo il Signore perché là, nella terra che lo ha visto nascere, riprendano il dialogo e la ricerca della fiducia reciproca tra Israeliani e Palestinesi... perché in ciascuno di quei Paesi si possa vivere la bellezza della convivenza fraterna tra persone appartenenti a diverse fedi. ...

Che il Libano, possa finalmente risollevarsi, con il sostegno della Comunità internazionale e con la forza della fratellanza e della solidarietà. ..
La luce di Cristo illumini la regione del Sahel, dove la pacifica convivenza tra popoli e tradizioni è sconvolta da scontri e violenze. Orienti verso una tregua duratura nello Yemen e verso la riconciliazione nel Myanmar e in Iran, perché cessi ogni spargimento di sangue. ...

Ispiri le autorità politiche e tutte le persone di buona volontà nel continente americano, ad adoperarsi per pacificare le tensioni politiche e sociali che interessano vari Paesi; penso in particolare alla popolazione haitiana che sta soffrendo da tanto tempo. ...

In questo giorno, nel quale è bello ritrovarsi attorno alla tavola imbandita, pensiamo alle persone che patiscono la fame, soprattutto bambini, mentre ogni giorno grandi quantità di alimenti vengono sprecate e si spendono risorse per le armi. La guerra in Ucraina ha ulteriormente aggravato la situazione, lasciando intere popolazioni a rischio di carestia, specialmente l’Afghanistan e i Paesi del Corno d’Africa. Ogni guerra provoca fame e sfrutta il cibo stesso come arma, impedendone la distribuzione a popolazioni già sofferenti. ...

Che il cibo sia solo strumento di pace. Mentre gustiamo la gioia di ritrovarci con i nostri cari, non dimenticando le famiglie che sono più ferite dalla vita e “quelle che, in questo tempo di crisi economica, fanno fatica a causa della disoccupazione e mancano del necessario per vivere. ...

Oggi come allora, Gesù, la luce vera, viene in un mondo malato di indifferenza - brutta malattia - , che non lo accoglie, anzi lo respinge, come accade a molti stranieri, o lo ignora, come troppo spesso facciamo noi con i poveri.

Non dimentichiamoci oggi dei tanti profughi e rifugiati che bussano alle nostre porte in cerca di conforto, calore e cibo. Non dimentichiamoci degli emarginati, delle persone sole, degli orfani e degli anziani, saggezza di un popolo, che rischiano di finire scartati, dei carcerati che guardiamo solo per i loro errori e non come esseri umani.

Lasciamoci commuovere dall’amore di Dio, e seguiamo Gesù, che si è spogliato della sua gloria per farci partecipi della sua pienezza".