Dopo lo sgombero di piazza Indipendenza a Roma che ha lasciato molte perplessità suscitando, tra i pro e i contro quell'iniziativa, molto scalpore, le istituzioni della Capitale hanno deciso di incontrarsi per trovare una soluzione al problema abitativo che riguarda migranti e rifugiati cui è stato riconosciuto il diritto di rimanere in Italia.

È un dato di fatto che lo Stato si "prenda cura" dei migranti fino alla verifica del loro status. Nel momento in cui, ad esempio, questi siano riconosciuti come rifugiati, l'Ihtalia concede loro la possibilità di rimanere in Italia, senza però preoccuparsi del come... neanche temporaneamente.

Pertanto, si vengono a creare situazioni di degrado e di criticità, in special modo per quanto riguarda le problematiche abitative. Stabili vuoti vengono occupati abusivamente, finché i proprietari non richiedano poi l'intervento delle forze dell'ordine per rientrarne in possesso, con il risultato di creare situazioni come quella di piazza Indipendenza.

Naturalmente, chi siede adesso sulle poltrone di sindaco di Roma e di ministro dell'Interno non può essere giudicato unico responsabile di una situazione che è andata deteriorandosi nel corso degli anni. Diciamo che entrambi si sono ritrovati con il cerino in mano e, finalmente, hanno deciso di collaborare per risolvere questa situazione.

Pertanto, il 1 settembre, vi è stato un incontro, che si è tenuto al Viminale, tra Virginia Raggi e Marco Minniti per parlare dei temi dell’emergenza abitativa, delle politiche migratorie e dell’accoglienza.

Nel comunicato rilasciato dal ministero dell'Interno, si è ribadita l'importanza di una collaborazione interistituzionale "come quella già in corso con la Regione, per affrontare il tema dell’emergenza abitativa, delle politiche migratorie e dell’accoglienza, stabilendo delle priorità nel rispetto dei principi di legalità e di umanità."

La riunione si è svolta in un clima definito "pienamente costruttivo" e, sempre in base a quanto si può capire dal comunicato, sembra che il metodo di lavoro sia quello di definire delle linee guida da parte del ministero che consentano di seguire dei percorsi predefiniti a livello nazionale e locale in modo da affrontare il problema degli sgomberi e il tema delle fragilità sociali, secondo una prassi concordata che consenta anche alle istituzioni locali un modo di agire coerente su tutto il territorio nazionale.

Questo è quanto è stato stabilito, ma si dovrebbe dire non stabilito nell'incontro di oggi, visto che di concreto, a parte le promesse di futuri criteri che indichino delle modalità di azione certe, niente è stato fatto sapere riguardo quali saranno in futuro tali passaggi. Ma, paradossalmente, è comunque da considerare un passo in avanti.