Dopo diversi anni, uno dei più grandi scultori viventi torna a Roma: la Galleria Marchetti di Via Margutta 8 gli dedica la mostra personale dal titolo MAURO STACCIOLI – “Creare scultura significa esistere in un luogo” (a cura di Silvia Pegoraro), realizzata in collaborazione con L’Archivio Mauro Staccioli (Firenze), che inaugurerà giovedì 19 maggio e resterà allestita fino al 9 luglio 2016. Comprenderà opere realizzate tra il 1990 e il 2006: una decina di sculture, tra cui alcuni inediti – come la grande “mezzaluna” Senza titolo del 2004 - e una ventina di bellissime carte (acrilici e grafite su carta) di grandi dimensioni, a sottolineare l’importanza del disegno come premessa e insieme dimensione autonoma e parallela alla scultura.                                  
Mauro Staccioli (Volterra, 1937) ha assunto a partire dagli anni ’80 un ruolo di assoluto primo piano nel panorama della scultura internazionale, accanto ad artisti quali Anthony Caro, Tony Smith, Richard Serra, Philip King, artisti che come lui, in un'epoca di contaminazioni ed azzeramenti dei generi artistici, sono rimasti fedeli a una concezione dell'arte come ultima grande utopia, capace di rendere l'uomo più consapevole del suo rapporto con il mondo. La passione morale ed il rigore creativo con cui Mauro Staccioli da sempre svolge il proprio compito di artista fanno sì che le intense problematiche estetiche, culturali e sociali del suo lavoro si dispieghino con la forza e l'evidenza di un vero messaggio per l'uomo.