È previsto per le 12 l'incontro di questo lunedì al Ministero dello Sviluppo Economico per discutere il piano presentato dal nuovo acquirente per il "rilancio" dell'Ilva". Piano, definito dalle organizzazioni sindacali, lacrime e sangue. E non solo dalla Fiom, ma anche dalla Cisl che, in un comunicato del 7 ottobre afferma: "Non si può scaricare sui lavoratori il costo del rilancio delle attività produttive dell'Ilva. Come hanno detto con molta determinazione i sindacati di categoria, è un modo per partire con il piede sbagliato. Il piano di Arcelor Mittal è sbagliato e va cambiato".

Ma al Mise, sembrano pensarla diversamente, come dimostra il contenuto della nota in cui il piano elaborato dai Commissari straordinari e da AM InvestCo (la nuova società di Arcelor Mittal e Marcegaglia), aggiudicatario della procedura di vendita del gruppo ILVA: "La nota rappresenta i principali contenuti del piano ambientale, industriale e occupazionale di AM InvestCo, con una previsione di assunzione di 10.000 addetti complessivi.

Tale previsione di assorbimento occupazionale è conforme all’offerta presentata dalla società e costituisce la base di partenza della trattativa che si svolgerà tra le parti, presso il Mise, a partire dal 9 Ottobre.

Per quanto riguarda gli altri aspetti del rapporto di lavoro, vale quanto già illustrato alle organizzazioni sindacali nel corso della presentazione delle offerte pervenute ai Commissari dell’Amministrazione straordinaria.

Il Governo - afferma la vice ministro allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova - ribadisce che al termine del confronto nessun lavoratore rimarrà senza tutele reddituali e occupazionali. Mi auguro che lunedì si avvii una trattativa che porti a una intesa soddisfacente in tempi rapidi."

Ed è così che lunedì lunedì 9 ottobre tutti gli stabilimenti del gruppo (Taranto, Genova e Nove Ligure) sono entrati in sciopero per 24 ore.

Ed a Genova, i lavoratori Ilva sono anche scesi in piazza per manifestare e comunicare il loro dissenso anche agli abitanti del capoluogo ligure dove sono previsti 599 esuberi su un totale di 1.500 dipendenti. Al corteo dei lavoratori Ilva partecipano, in sostegno alla loro protesta, partecipano anche rappresentanti delle istituzioni, lavoratori del porto e di altre fabbriche genovesi. In htesta al corteo, due striscioni con scritto "Pacta servanda sunt" e "In lotta per il lavoro e per Genova".

I sindacati oltre a protestare per gli esuberi i dipendenti (da ricordare che oltre a quelli di Genova saranno 3.000 a Taranto, su un totale di 14.000 addetti del gruppo), hanno messo sul tavolo anche il problema dell'indotto, relativo al futuro dei lavoratori delle imprese collegate al siderurgico, con 7603 dipendenti di circa 346 aziende, solo nella città di Taranto.

Pertanto, anche a Taranto lo sciopero è accompagnato da presidi ai cancelli, mentre per martedì 10 ottobre è previsto un nuovo consiglio di fabbrica per decidere come proseguire la mobilitazione, anche in base all'esito dell'incontro di Roma.