In attesa che il regista Draghi ci faccia conoscere come avrà intenzione di allestire la compagnia di giro messa insieme dal produttore esecutivo  Matteo Renzi con i suoi maneggi che, almeno ufficialmente, risalgono ormai ad un mese fa, si possono tirare le fila dell'attuale crisi di governo, anche per capire che cosa ci riservi il futuro.

Partiamo da lontano. Lo sviluppo economico, ormai è chiaro a tutti, è basato sul consumo. Negli anni '90 un ristretto gruppo di geni, composto dalle  élite dei rappresentanti di finanza, impresa e politica, ha deciso che si potevano fare molti più soldi con la globalizzazione.

Qualcuno, ottimista o distratto, potrà ancora dire che la pensata fosse geniale. Purtroppo non lo è stata. La globalizzazione è stata spacciata come la possibilità di estendere il benessere che fino a poco tempo fa ristagnava in occidente anche al resto del mondo. 

Riassunta in questi termini, la globalizzazione non può essere condannabile... tutt'altro. Ma la verità è un'altra. La globalizzazione è servita per aggirare i problemi di sovrapproduzione che da sempre caratterizzano lo sviluppo basato sul consumismo. Se il mercato a cui ti rivolgi è sempre lo stesso, prima o poi rischi di saturarlo. Allora le vendite ristagnano e a catena inizia una crisi che investe imprese, finanza e cittadini.

Creando nuovi mercati dove prima non esistevano iniziando a spostarvi le produzioni delle merci, i geni della globalizzazione hanno creato nuove aree per vendere i loro prodotti, salvo però impoverire le regioni dove invece la ricchezza era presente. Ma ad imprese, finanzieri e politici al traino che cosa importa tutto ciò quando "loro" continueranno a guadagnare, oltretutto anche molto più di prima? 

Poi, per evitare sorprese, i promotori della globalizzazione prima e i loro eredi poi hanno anche pensato di accompagnare il loro progetto con una progressiva eliminazione dei diritti garantiti in precedenza, giustificata dall'attuale situazione economica... che loro stessi hanno creato, anche se evitano di dirlo perché non sarebbe utile e finirebbe per rovinare il perfetto meccanismo in essere.

Nonostante ciò, a forza di "non star bene" anche i più ottimisti tra i cittadini hanno iniziato a "grattarsi la pera", cominciando a riflettere e a sentire puzza di bruciato in quanto stava accadendo.

In Italia, spinte dal cambiamento sono arrivate dai partiti neofascisti e dal Movimento 5 Stelle, mentre la sinistra si è trasformata nella nuova DC e "responsabilmente" ha scelto di governare le emergenze senza indicare alternativa, mentre le prospettive sono state riassunte in etichette prive di contenuti reali. 

I neofascisti, dal canto loro, guardando al passato hanno proposto l'autarchia e ulteriori privazioni di diritti da sostituire con quanto potrà offrire di volta in volta la provvidenza, rappresentata dal cuore immacolato di Maria. I 5 Stelle, impiccatisi alle corde delle regole da loro stessi impostesi, si sono progressivamente ridicolizzati ponendosi alla mercé degli errori che hanno caratterizzato la maggior parte delle loro decisioni.

A questo punto è entrata in scena la pandemia, improvvisa, inattesa, imprevista, imprevedibile... una perfetta rappresentazione di un deus ex machina, che però non risolve una situazione, ma la rende ancora più ingarbugliata.

La solidarietà, nella tragedia, ha il sopravvento e il neoliberismo consumista lascia il passa al "buonismo", la vita prima di ogni altra cosa, anche del profitto. 

Una tendenza che deve aver creato più di qualche apprensione in molti degli attuali gestori della globalizzazione. Così, dopo qualche iniziale attimo di sbandamento, hanno ripreso le redini della situazione per indirizzarla nei giusti binari, in modo che il giochino finora allestito non possa rompersi e non ci siano sorprese che possano alterarlo, anche solo di poco...

Specialmente in considerazione degli oltre 200 miliardi che sono stati promessi all'Italia e che non solo devono essere spartiti tra chi di dovere, ma che non devono neppure essere utilizzati per cambiare di una virgola l'attuale status quo socio-economico.

Per questo, il lobbista Matteo Renzi, appoggiato dalla "libera" informazione finanziata da Confindustria e dai suoi associati, sentite le banche d'affari americane, i finanziatori cinesi e quelli arabi ha avuto il via libera per consegnare al banchiere Mario Draghi le redini del Paese per la gestione dei fondi europei. 


Quanto sopra riassunto in breve non è complottismo, ma un semplice riepilogo dei fatti visti nel loro insieme, una cosa che è normale nei libri di storia, ma che raramente viene fatta nel momento stesso in cui gli avvenimenti si svolgono.

Quindi, visti i fatti nel loro insieme, che cosa pensate che possa fare Mario Draghi una volta che sarà presidente del Consiglio con un Parlamento al suo servizio? Il bene del Paese o il bene di pochi a partire da banche, multinazionali e... lobbisti?