"Complimenti a questi ragazzi, cui veniva detto che con l’istituto tecnico avrebbero avuto meno opportunità, e invece qui c’è una capacità di sbocco spesso molto più ampia. Ma anche perché come la vedo io questo è il liceo, nulla è più profondamente legato alla nostra cultura che quello che questi ragazzi studiano. Per questo ragioniamo sul liceo del Made in Italy, il legame tra cultura e identità, che è quello che di più prezioso abbiamo. Dobbiamo all’agroalimentare e al vino un pezzo fondamentale della nostra economia, e funziona se siamo capaci di mettere insieme una tradizione antica di secoli di innovazione e modernità".
Il passaggio sopra riportato è una delle stupidaggini dette ieri da Giorgia Meloni al Vinitaly. Perché sottolinearla? Perché una stupidaggine che viene spacciata come verità, giorno dopo giorno, per qualcuno finisce per diventare realmente una verità.
La post-fascista Meloni, che vive di nazionalismo e ventennio, vuol far credere che la ricchezza del Paese venga promossa nel preservare la sua identità, in tutto, persino nei prodotti dell'agroalimentare.
Allora, volendo seguire il suo modo di "ragionare", viste le sue origini, dovrebbe mangiare cibo condito con il garum, una salsa liquida a base di interiora di pesce che nell'antica Roma andava per la maggiore. Ma anche il quel caso, non è detto che fosse proprio un prodotto esclusivo di Roma, visto che in precedenza i greci usavano un condimento analogo.
E la caprese può essere considerato un piatto della tradizione italiana con i pomodori che sono originari dell'altra parte del mondo? E la parmigiana come potremmo farla se dall'Asia non fossero state fatte arrivare le melanzane?
E l'ottima cucina piemontese come potrebbe sfornare i suoi piatti se le sue ricette non fossero state influenzate dalla cucina francese con l'utilizzo di burro, formaggi e carni? La "finanziera", uno stufato di animelle al burro, arricchito con porcini e un pizzico di vino Marsala. ha più di una cosa in comune con il "ragù financière" francese. La "fonduta" è sorella della francese "fondue Savoyarde" che prende il nome dall'omonima regione francese da cui provenivano i Savoia, che hanno portato in Piemonte anche la loro antica passione per il cacao.
Anche la cotoletta milanese sembra avere paternità austriaca, mentre è certa quella dello spritz, visto che in Veneto gli austriaci avevano l'abitudine di diluire (spritzen in tedesco) il vino locale, ritenuto da loro troppo forte, con l'acqua gassata.
E che dire della elaboratissima cucina siciliana che non sarebbe tale se non fosse stata "contaminata" dai mori che occuparono l'isola?
I post-fascisti di oggi, altrettanto ridicoli come i fascisti di ieri (basti mettere insieme le tante assurdità finora dette e fatte, non ultima quella di portare il Bacco del Caravaggio a Vinitaly!), adesso dicono di volersi inventare un liceo del Made in Italy... per cosa? Per difendere l'italianità?
Ma dopo secoli e secoli di storia, questi ignoranti, che incomprensibilmente governano un Paes,e non hanno ancora capito che qualunque nazione cresce grazie alle contaminazioni, aprendosi e non chiudendosi?
No, non l'hanno capito. Ed è per questo che hanno iniziato con i divieti, promettendone altri a difesa dell'italianità, in nome del nazionalismo, un'ideologia che, come la storia ci insegna, ha sempre e comunque finito per portarci guerre e distruzione.
Ed oggi, una romana della Garbatella, come ieri un romagnolo di Predappio, vogliono far grande l'Italia chiudendola nei propri confini. E gli italiani applaudono soddisfatti.