Nella riunione che si è svolta ieri al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, convocata dagli Usa per discutere della crisi Ucraina provocata dai militari russi ammassati ai suoi confini, sono volati stracci tra russi e americani.
Per Linda Thomas-Greenfield, ambasciatrice Usa, "le azioni di Mosca colpiscono il cuore della Carta delle Nazioni Unite e sono una minaccia chiara alla pace e alla sicurezza. Ora è il momento di un dibattito pubblico", chiedendo retoricamente agli altri membri quale sarebbe il loro stato d'animo se avessero centomila soldati che premono al confine ed aggiungendo che Mosca nei prossimi giorni porterà a 30mila il numero dei suoi militari in Bielorussia, piazzandoli a meno di due ore da Kiev.
"Accuse infondate". Questa è stata la replica dell'ambasciatore russo Vasily Nebenzia che come Putin e Lavrov ha negato qualsiasi intenzione di voler invadere l'Ucraina, accusando gli americani di "creare isteria" e di usare la "diplomazia del megafono" per "ingannare la comunità internazionale" con "accuse infondate", così come è avvenuto in passato per attaccare l'Iraq di Saddam Hussein.
Nebenzia ha poi suggerito una nuova riunione del Consiglio di Sicurezza per il 17 febbraio, sempre sulla questione ucraina.
Nel frattempo, in Ucraina nelle prossime ore si recheranno alcuni alcuni leader europei per "colloqui". Ad incontrare Volodymyr Zelensky saranno il primo ministro britannico Boris Johnson, il premier polacco Mateusz Morawiecki e quello olandese Mark Rutte.
Lunedì, gli Stati Uniti hanno ordinato la partenza dei familiari dei dipendenti del governo americano presenti in Bielorussia, a causa dell' "l'insolito e preoccupante potenziamento militare russo" in quella nazione. Un ordine simile era stato emesso in precedenza per i familiari del personale del governo degli Stati Uniti presso l'ambasciata americana a Kiev.
Intanto, una formazione composta da sei navi russe partite a metà gennaio dal Mare del Nord, dai porti di Severomorsk (Flotta del Nord) e Baltijsk (Flotta del Baltico), progettate per trasportare e far sbarcare circa 60 carri armati e oltre 1.500 soldati, sta attraversando il canale di Sicilia, probabilmente diretta verso la Crimea, al confine sud con l'Ucraina.