Non è stata ancora detta la parola "fine" sul mito mondiale del Rock & Roll, Elvis Presley.

E le circostanze della sua morte, non ancora del tutto chiarite, non fanno altro che alimentare il suo mito: come ogni anno, anche questo 16 agosto non si sottrarrà al rito che dal 1977 si ripete puntualmente: una moltitudine di fans, vecchi e nuovi, che depongono fiori sulla sua tomba mausoleo.

IL SUCCESSO ARRIVA PER CASO

Faceva il camionista, Elvis, giovanissimo e con la testa piena di sogni. E fu proprio guidando il camion che intravide l'avviso pubblicato da una piccola casa discografica: con qualche decina di dollari, poteva incidere un disco e portarselo via.

La decisione fu immediata: Elvis racimolò quanto richiesto e decise di tentare l'avventura. Non aveva ancora in mente una vera e propria carriera musicale, voleva semplicemente regalare a sua madre (prossima al compleanno) qualcosa che la rendesse orgogliosa di lui.

Il disco venne inciso, e casualmente lo ascoltò il proprietario della casa discografica (la Sun Records), che intuì le potenzialita di Elvis e lo scritturò.

Parte da qui, e da un periodo storico per certi versi unico ed irripetibile, la carriera del giovane Elvis, che non fece fatica a farsi notare.

Complice il look particolare, il ciuffone su quel viso da bravo ragazzo, ed il mitico movimento di bacino, che gli valse il soprannome di Elvis the Pelvis e suscitò tanto scalpore e disapprovazione tra i "benpensanti" di un'epoca ancora lontana dal '68 e dalle sue ribellioni.

Tutti lo ricordiamo per essere stato, per certi versi, l'artefice ed indiscusso idolo del Rock & Roll, ma la sua versatilità gli consenti di approcciarsi anche ad altri generi, quali il rhithm and blues, il country and wester, il gospel, lo spiritual, il traditional, il melodico ed il pop, quest'ultimo inteso nel senso più ampio del termine.

 

A lui si ispirarono il nostro mitico "molleggiato" Celentano, Bobby Solo e Little Tony; in Francia ed in Inghilterra, ad emularlo, furono Johnny Halliday e Billy Fury.

Una carriera sfolgorante, che lo vide calcare le scene ed interpretare film per oltre 24 anni. Di contro, una vita che ne ha minato resistenza fisica e psichica.

IL DECLINO E' STORIA NOTA

Il divorzio dalla moglie Priscilla, il mix letale di anfetamine e barbiturici, per sostenere i ritmi incessanti dei tour e poter comunque dormire, la depressione in cui era caduto.... il declino è storia nota e - purtroppo - accomuna molte star di questo mondo patinato e all'apparenza perfetto.

Dopo una notte insonne, mentre preparava il concerto del giorno successivo, Elvis - che assunse una dose imprecisata di barbiturici per tentare di riposare - fu ritrovato agonizzante nel bagno della sua casa - Graceland: vani i soccorsi, ne fu dichiarato il decesso alle ore 15.00 del 16 agosto 1977. Aveva solo 42 anni.

Da allora, la sua dimora - diventata Museo dal 1982 - è oggetto di veri e propri "pellegrinaggi", seconda, per numero di visitatori", solo alla Casa Bianca.

Ci piace ricordarlo come lui stesso amava definirsi:« Da piccolo ero un sognatore. Leggevo i fumetti e diventavo l'eroe della storia. Guardavo un film e diventavo l'eroe del film. Ogni sogno che ho fatto si è avverato un centinaio di volte. »