Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 21-27 aprile 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (90.449 vs 98.030) e decessi (2.279 vs 2.545). In calo anche i casi attualmente positivi (448.149 vs 482.715), le persone in isolamento domiciliare (425.089 vs 456.309), i ricoveri con sintomi (20.312 vs 23.255) e le terapie intensive (2.748 vs 3.151).

In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

  • Decessi: 2.279 (-10,5%)
  • Terapia intensiva: -403 (-12,8%)
  • Ricoverati con sintomi: -2.943 (-12,7%)
  • Isolamento domiciliare: -31.220 (-6,8%)
  • Nuovi casi: 90.449 (-7,7%)
  • Casi attualmente positivi: -34.566 (-7,2%)

«Come atteso – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – continua la lenta e progressiva discesa dei nuovi casi settimanali, frutto delle restrizioni di un’Italia tutta rosso-arancione delle scorse settimane, che proseguirà verosimilmente ancora fino a metà maggio. Oltre 448 mila casi attualmente positivi confermano, tuttavia, che la circolazione virale nel nostro Paese è ancora molto elevata».

Come sempre, il dato nazionale risente di situazioni regionali piuttosto eterogenee: la variazione percentuale dei nuovi casi aumenta in 3 Regioni e crescono i casi attualmente positivi in 5 Regioni.

«Il numero di posti letto occupati da pazienti COVID nei reparti di area medica e terapia intensiva – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – continua a scendere, anche se il numero di pazienti ospedalizzati rimane elevato».

In dettaglio:

  • Area medica: la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 29.337), con una discesa del 26,6% in 21 giorni. L’occupazione da parte dei pazienti COVID supera ancora il 40% in 2 Regioni.
  • Terapia intensiva: la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 3.743), con una discesa del 30,8% in 21 giorni; i numeri assoluti rimangono elevati (2.748 posti letto occupati), determinando il superamento della soglia di saturazione del 30% ancora in 7 Regioni.

«Continua la discesa anche per i nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – con una media mobile a 7 giorni di 150 ingressi/die, che dal picco del 27 marzo (n. 270) sono diminuiti dell’80% nell’ultimo mese».

Al 28 aprile (aggiornamento ore 6.10), il 22% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 13.072.472) e il 9,1% ha completato il ciclo vaccinale (n. 5.430.357), con differenze regionali che si vanno progressivamente appiattendo. Le somministrazioni continuano gradualmente a salire, sia guardando al numero delle dosi settimanali (+11,8% negli ultimi 7 giorni), sia alla media mobile a 7 giorni, aumentata da 324.081/die (20 aprile) a 355.582/die. «Nonostante questo incremento – commenta Gili – il numero di vaccinazioni giornaliere non raggiunge i target definiti per la settimana 22-29 aprile dal Commissario Straordinario, documentando difficoltà organizzative in alcune Regioni nella somministrazione tempestiva delle dosi disponibili. Si conferma inoltre una netta riduzione delle inoculazioni nei giorni festivi».

  • Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 2.688.321 (60,8%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.118.950 (25,3%) hanno ricevuto solo la prima dose.
    Soggetti fragili e loro caregiver: somministrate 2.627.502 dosi, su cui è impossibile effettuate ulteriori analisi, perché per questa categoria non è noto il denominatore totale e la sua distribuzione regionale, né la suddivisione tra 1a e 2a dose.
  • Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni,452.245 (7,6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.794.681 (46,8%) hanno ricevuto solo la prima dose.
  • Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 524.584 (7,1%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.415.535 (19,2%) hanno ricevuto solo la prima dose.

Per quanto riguarda le fasce a rischio, secondo i dati dell’ECDC, per gli over 80, pur rimanendo lontana da Paesi che hanno superato il 95% di copertura, l’Italia ha guadagnato diverse posizioni, mentre per le fasce d’età 70-79 e 60-69 anni, il nostro Paese si attesta solo al quartultimo posto. Per la fascia 70-79, se da noi il 50% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino, ben 19 Paesi hanno superato almeno il 60% e 8 l’80%; per la fascia 60-69 ci fermiamo a quota 22,5% con almeno una dose, mentre 14 Paesi hanno già superato il 40% e 4 il 50%.

«Purtroppo il vero cambio di passo nella vaccinazione delle fasce fragili – conclude Cartabellotta – è avvenuto solo a partire dalla seconda metà di marzo e l’utilizzo improprio dei vaccini durante il primo trimestre da un lato rende meno sicure le riaperture, dall’altro non ci fa ben figurare in Europa nel confronto con altri Paesi».