Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, lunedì 27 giugno alle 18, sarà a Berlino, nella sede della Cancelleria federale, per partecipare alla riunione con la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese François Hollande, dopo l’esito del referendum in Gran Bretagna.

Questo incontro servirà a preparare la riunione del Consiglio Europeo che inizierà domani e vedrà, mercoledì, i 27 capi di Stato e di Governo discutere di Brexit e dell'applicazione delle procedure di uscita previste nell'articolo 50 del Trattato di adesione all'Unione Europea.

Nel suo discorso al Senato, per illustrare la posizione dell'Italia al Consiglio Europeo, Renzi ha detto ai parlamentari che la Brexit è un'occasione per la ripartenza dell'Europa, nel segno della crescita abbandonando il rigore. Nel suo breve intervento, il presidente del Consiglio ha ripetuto affermazioni già sentite in passato, ma a cui non è mai stata data attuazione concreta.

Finora, i risultati in Europa che Renzi ha sbandierato ai media italiani come eccezionali,  sono stati tutti relativi alla concessione di un po' di flessibilità nella gestione dei conti, con la minaccia però che se non ci saranno i risultati concordati, l'Italia dovrà applicare clausole di salvaguardia che non potranno che peggiorare i conti già pessimi.


Le uniche politiche europee che hanno avuto concretezza e hanno dato discreti risultati, seppur osteggiate da buona parte delle istituzioni tedesche, sono state quelle della BCE di Draghi che però ha rivolto le proprie attenzioni solo alle banche, ma non certo ai cittadini. Cittadini che dovrebbero essere tutelati dall'UE, ma che dall'UE vengono invece generalmente maltrattati.

Il cambio di verso, come direbbe Renzi, in Europa non ci sarà. Lo dimostra lo stesso incontro di questo pomeriggio con due paesi, ai quali non si sa bene per quale motivo si è aggiunta l'Italia, che discuteranno le linee guida per indirizzare il Consiglio Europeo di domani.

Una farsa per consentire alla Germania di poter far credere che le linee dell'uscita dall'Europa della Gran Bretagna saranno stato decise in comune ed unanimemente, quando tutti sanno che sarà la Germania ad imporre la propria linea poiché il Regno Unito rappresenta uno dei principali se non il principale mercato per le aziende esportatrici tedesche.

Ma almeno poi non stupiamoci se gli europei non auspicano ad esser chiamati o riconosciuti come tali. Come dargli torto?