Con una miscela di generi e testi profondi, i Twik esordiscono con un album che è viaggio e riflessione. La band svela come ogni traccia racconti un frammento autentico di vita, tra luci e ombre, creando un percorso sonoro unico e fuori dagli schemi tradizionali.
Bentrovati, ragazzi. “Ritrovarsi” vuole trasmettere un messaggio particolare al pubblico?
Ritrovarsi indica un lungo percorso interiore fatto di sfumature e riflessioni in cui ci si guarda dentro per poter affrontare il buio, per poi riscoprire la luce, perché possiamo ritrovarla solo quando si è pronti a farlo. Dentro il disco ogni brano è un colore a sé ed un’emozione diversa, che insieme costituiscono il nostro “io” anche se magari imperfetto e indefinito, ma è unico e reale.
Da dove nasce la vostra passione per la musica? Come siete riusciti a creare questa armonia?
L’armonia che si è creata tra noi è sperimentando, uscendo, condividendo diverse situazioni con la stessa energia e conoscendoci mano a mano anche in studio e in conservatorio. Ma la passione per la musica nasce anni e anni fa, da quando siamo piccoli, per tutti e 4, è la porticina che viene aperta involontariamente e inconsciamente per curiosità, per poi sentire una connessione... ed oltrepassandola non si torna più indietro.
State progettando qualcosa per il futuro?
Il progetto è vivo, già ci sentiamo nel futuro e per noi è quello di girare l’Italia con il nostro album su ogni palco ed ogni festival, insomma come diciamo sempre… siamo pronti a calpestare molto forte!
Ci sono degli elementi che contraddistinguono il vostro modo di fare musica, all’interno dell’album?
Il nostro sound seppur vario è molto riconoscibile, mescoliamo diversi stili e generi tra pop, rock e hip-hop, ambient, con suoni di chitarre elettriche e basso distorti, suoni molto corposi e groove di batteria incisivi, un timbro vocale a volte potente e chiaro, a volte soave e sognante, che portano l’ascoltatore ad un confronto piuttosto netto e diretto.
Tra gli elementi che ci caratterizzano sicuramente spiccano i contrasti tra le parti nella canzone stessa, soprattutto a livello armonico e le strutture non convenzionali, lontani dalla classica forma canzone, che magari non rendono semplice il primo ascolto ma tendono a stupire l’ascoltatore per entrare nell’inaspettato.
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