Di Vincenzo Petrosino Oncologo Chirurgo - Salerno -
Il  virus ad Rna, che  si sta divertendo a girare senza problemi tra le persone in tutto il mondo, chiaramente  non è né morto, né sconfitto. E questo doveva essere ben chiaro a tutti.

L'Italia ha tentato un ritorno alla normalità, per evitare la bancarotta  cercando di convivere con esso.

Purtroppo non c'è stato sempre un riscontro responsabile da parte  della popolazione e una certa dose di fortuna forse presente in passato sta ora venendo a mancare.

Troppi hanno creduto e purtroppo dichiarato che il virus si fosse indebolito, fosse un'invenzione diabolica, dimenticando che questi esseri inanimati non solo sono imprevedibili, non solo si sanno adattare all'ospite, non solo sono in grado di mutare, ma non ne conosciamo ancora troppo bene il comportamento.

Ho sempre creduto che tra ottobre e dicembre la presenza di altri virus influenzali e para influenzali, creasse un terreno fertile alla sua diffusione. Forse questo è quello che sta accadendo adesso e di questo bisogna preoccuparci.

Tra l'altro comprendo fino ad un certo punto i "trionfalismi politici " che indicano la disponibilità di un vaccino già per il prossimo Natale. 

“Gatta frettolosa - dice un proverbio - fece i gattini ciechi”.

Mi auguro che tutto possa andare bene, ma in un Paese dove non si riesce a fare vaccinazioni contro influenza e morbillo, in un Paese che dimostra una carente organizzazione sanitaria sul territorio, vogliamo davvero credere che in poche settimane vacciniamo "tutta" l'Italia? E quanta diffidenza hanno gli italiani tutti verso un vaccino che sembra fatto di fretta anche per alcuni non piccoli interessi economici?

Faccio la parte del diavolo, ma la vedo dura, e starei molto attento se mi chiamassi Di Maio o Conte a dire che a Dicembre abbiamo il vaccino. Tra l'altro non conosciamo ancora davvero bene come si comporta l'immunità stimolata dai componenti virali.

La Pfizer potrebbe chiedere a fine novembre la richiesta di autorizzazione di emergenza per la distribuzione del suo vaccino contro il Covid 19 che sta sviluppando insieme alla società tedesca BioNTech.

Tra l'altro la stessa Pfizer per ora non offre certezze, ma  è la più vicina anche ad avere una cura contro il Covid-19.

Albert Bourla, chief executive della big pharma newyorkese, in una lettera pubblicata sul sito del gruppo ha voluto prima di tutto fare chiarezza su quali siano i passi fondamentali per introdurlo sul mercato.

Bourla ha spiegato che entro la fine di questo mese il comitato di scienziati indipendenti che deve valutare i risultati dei test, potrà comunicare se il trattamento sia efficace, per quello che è comunque solo il primo dei tre step necessari. Il secondo è la sicurezza: al di là dell'efficacia, il farmaco non deve presentare il rischio di effetti collaterali tali da renderlo inutilizzabile. "Sulla base dei nostri trial attuali e del ritmo di dosaggio, stimiamo di raggiungere questo traguardo nella terza settimana di novembre", ha spiegato Bourla.

Intanto, in Italia nelle ultime 24 ore sono stati 10.874 i contagiati con 144mila tamponi effettuati, mentre 89 sono stati i decessi. 

Aumentano anche i pazienti nelle terapie intensive con una  media leggermente superiore al 10% del numero complessivo di ricoverati Covid.

Per ulteriori informazioni:
fai.informazione.it/daiblog/64BC67F8-1CBB-460E-8715-5DD14689191D/Sara-difficile-e-complessa-la-ripresa-dell-Italia-dalla-pandemia-perche-nell-immediato-non-puo-esistere-un-ora-X