Taranto - Due sottosegretari al capezzale dell’indotto ArcelorMittal: si svolgerà lunedì mattina l’incontro, disposto direttamente dal premier Giuseppe Conte, per fare il punto sui mancati pagamenti - ammontanti ormai a oltre 40 milioni di euro - alle aziende che lavorano nel settore dell’appalto dello stabilimento siderurgico di Taranto. Al vertice parteciperanno ArcelorMittal, Confindustria e Camera di Commercio di Taranto, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mario Turco - che ha investito della vicenda il presidente Conte - e il sottosegretario allo Sviluppo economico Alessandra Todde, delegata alle crisi di impresa. I tentativi di dialogo tra imprese e ArcelorMittal sinora si sono rivelati vani per le promesse non mantenute dall’amministratore delegato Lucia Morselli, la speranza è che l’intervento del Governo contribuisca almeno a fare un po’ di chiarezza.
Si spera finalmente una risposta concreta e decisa del governo dopo i numerosi appelli fatti dai principali componenti della “Task Force Arcelor Mittal”, dal Presidente della Camera di commercio di Taranto, Luigi Sportelli e dal Presidente di Confapi Puglia, Carlo Maria Martino.
Intanto, il giudice Patrizia Todisco - nella sua qualità di magistrato incaricato della direzione della seconda sezione penale del tribunale di Taranto - ha concesso ai commissari dell’Ilva, più tempo per il lavori di messa a norma dell’altoforno 2, teatro nel giugno 2015 dell’incidente costato la vita all’operaio Alessandro Morricella. Gli avvocati Angelo Loreto e Filippo Dinacci, legali di Ilva in As (proprietari degli impianti dati in gestione ad ArcelorMittal) in particolare, avevano chiesto una proroga nell’esecuzione degli interventi affidati alla Paul Wurth e slittati a causa dell’emergenza Covid-19. Si tratta, nel dettaglio, dei sistemi per il caricamento della massa a tappare, dove la data di consegna prevista slitta dal 24 agosto prossimo al 28 ottobre 2010; le nuove macchine a forare, equipaggiate con sistemi per il caricamento automatico, la cui operatività passa dal 18 gennaio 2021 al 6 marzo 2021; infine, i sistemi di campionamento automatico della ghisa, che non saranno più pronti il 25 settembre ma il 20 novembre prossimo. Sulla richiesta di proroga si era espresso positivamente il pubblico ministero Daniela Putignano, osservando che «gli effetti della pandemia appaiono integrare una causa di forza maggiore» e che «le dilazioni richieste per il completamento del processo di automazione del campo di colata appaiono ragionevolmente contenute». In passato roventi sono state le polemiche sulla concessione, o meno, della facoltà d’uso dell’altoforno 2 per eseguire i lavori di messa a norma, polemiche poi evaporate quando, proprio a seguito dell’emergenza Covid-19 e della conseguente crisi di mercato, ArcelorMittal ha fermato l’altoforno 2, tenendolo in fase di riscaldo ormai da oltre quattro mesi.
E a proposito di pandemia, i sindacati lamentano come «sui bus aziendali non viene garantito il distanziamento necessario previsto dalle misure di contrasto al Covid-19». I rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls) Fim, Fiom e Uilm dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto hanno inviato una Pec all’Asl e allo Spesal (Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro), sollecitando un «sopralluogo ispettivo». I sindacati sottolineano di non aver ricevuto risposte esaurienti dal tavolo di discussione con l’azienda. Le tre sigle metalmeccaniche «ritengono eccessivo il numero massimo di lavoratori che possono usufruire contemporaneamente dei bus aziendali. Il coefficiente di riempimento del 60% dei bus, in particolare di quelli con capienza massima di 104 persone, e quindi 60 lavoratori, nei fatti determina - secondo i sindacati - il non rispetto di alcuni parametri».