Crescita zero per l'Italia nel 2019, lo dice l'OCSE
L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) – in inglese Organization for Economic Co-operation and Development (OECD) - ha pubblicato le ultime previsioni rispetto all'andamento dell'economia nel 2019 e nel 2020, in relazione ai Paesi del G20.
Le prospettive economiche - dichiara l'OCSE - si stanno indebolendo sia per le economie avanzate che per quelle emergenti e la crescita globale potrebbe rimanere bloccata a livelli persistentemente bassi senza un'azione politica decisa da parte dei governi.
L'escalation dei conflitti commerciali - prosegue il rapporto - sta iniziando a pesare sempre di più sulla fiducia e sugli investimenti, aumentando l'incertezza delle scelte politiche, aggravando i rischi nei mercati finanziari e mettendo in pericolo le già deboli prospettive di crescita in tutto il mondo.
L'OCSE prevede che l'economia globale crescerà del 2,9% nel 2019 e del 3% nel 2020, aggiungendo però di non escludere il rischio di ulteriori ribassi, la cui eventualità è più che un'ipotesi. Nell'immagine seguente il riassunto della previsione OCSE.
Come è possibile vedere dai dati sopra riportati, la previsione di crescita dell'Italia, per l'anno in corso - che doveva essere bellissimo - è ferma allo 0, indicando un Paese in stagnazione.
Le tensioni commerciali non riguardano solo i rapporti tra Stati Uniti e Cina, ma anche l'incertezza riguardo ai tempi e alla natura del ritiro del Regno Unito dall'Unione europea. Una Brexit senza accordo non gioverebbe senz'altro alla crescita del Regno Unito anche nel prossimo anno, ma finirebbe per pesare anche sul resto dell'Europa.
Questo il commento di Laurence Boone, economista capo dell'OCSE: "L'economia globale si trova di fronte a venti sempre più gravi e la lenta crescita si sta radicando in modo preoccupante. L'incertezza provocata dalle continue tensioni commerciali è stata di lunga durata, riducendo l'attività in tutto il mondo e mettendo a rischio il nostro futuro economico. I governi devono cogliere l'opportunità offerta dai bassi tassi di interesse odierni per rinnovare gli investimenti nelle infrastrutture e promuovere l'economia del futuro".