Sono ormai tre giorni che Matteo Renzi va in giro con una ciambella. Non lo aiuta certo nell'immagine, ma almeno gli salva la vita. Infatti, dopo la sua comparsata da Fazio è stato "letteralmente inondato di messaggi", senza ciambella, rischierebbe di affogare.

Un'immagine ridicola? Può darsi, ma perfettamente in linea con il personaggio. Infatti, Renzi riesce a rendersi ridicolo da solo fino a tal punto da avere il coraggio di scrivere, nella "mitica" enews del 2 maggio, che «io che ho sempre combattuto la logica del partito-azienda di Berlusconi non credo che sia nel DNA del PD finire alleati con l’azienda-partito di Casaleggio.»

Matteo Renzi che dice di aver sempre combattuto la logica del partito-azienda di Berlusconi è talmente ridicolo da andare ben oltre il ridicolo. È letteralmente un'offesa all'intelligenza di chi lo legge.

Comunque, lo scopo della necessità di ribadire la sua posizione anti 5 Stelle, è per Renzi - ormai di nuovo calatosi ufficialmente nel ruolo di segretario del Partito Democratico da segretario ombra - quello di serrare le fila delle proprie truppe, per evitare nel Pd l'ufficializzazione di una ennesima ulteriore spaccatura nel partito tra renziani e non renziani, e stavolta non ci sarebbero neppure Bersani e D'Alema da incolpare.

«Alla luce di questo - scrive Renzi - ho invitato tutti gli amici del PD all’unità anche in vista della direzione di domani. Lorenzo Guerini ha proposto questo documento (molto sobrio, nello stile che è proprio di Lorenzo) per evitare polemiche. Io l’ho firmato come molti altri parlamentari e membri di Direzione: no al Governo Di Maio o Salvini, sì a lavorare insieme sulle regole del gioco, no a polemiche inutili.»

Quello indicato da Renzi è un documento che punta ad impedire una discussione nella direzione odierna del Pd, in modo da tirare avanti, senza che il Pd eviti anche di fare un esame sulle responsabilità politiche dell'ex segretario oltre che sull'eventualità di discutere o meno con i 5 Stelle. A Renzi, in questo momento, non serve che si discuta sui "risultati" da lui ottenuti, perché deve poter portare a termine il suo progetto.

Quale sia è difficile dirlo con certezza, vista la volubilità del personaggio. Ma non è illogico pensare che si sia immaginato un governo del presidente che tiri a campare per preparare in futuro gli italiani, opportunamente indottrinati, a credere che tutti i loro problemi possano essere risolti solo da una nuova ennesima riforma costituzionale, questa volta di stampo presidenziale.

Ma questo progetto può essere supportato solo se il Pd in Parlamento continuerà ad essere unito. Se il Pd dovesse invece dividersi, le elezioni sarebbero inevitabili. Ed in queste condizioni il Pd potrebbe far fatica pure a raggiungere la doppia cifra nelle preferenze degli italiani.

E' questo il vero problema per Renzi. Se la manovra di evitare la conta non gli riuscirà, allora dalla Direzione nazionale del Pd potrebbero arrivare sorprese. Ma visto quanto è accaduto al Nazareno in passato, sarebbe davvero incredibile.