Le spose di Marie Anne sfilano per il secondo anno consecutivo nella splendida cornice del Museo Maxxi: sono le donne e le amiche del centro antiviolenza di Tor Bella Monaca che portano in passerella la sartoria italiana dagli anni ’20 ai giorni nostri.

Per una serata Stefania Catallo, presidente del centro, si allontana dallo “sfratto a cinque stelle” e fa posto alla bellezza, all’arte e alla musica. Già perché oltre gli abiti da sposa della sartoria solidale anche le Voci Popsel, dirette da Francesca Tenuta, la danza orientale di Loredana Nair.

Lo sfratto al centro antiviolenza e la lotta delle donne Nei giorni scorsi alla presidente del centro di via Aspertini è stata recapitata la richiesta di un incontro per concordare la data di uscita dai locali “assegnati provvisoriamente con tipologia d’uso scaduta e non rinnovata” dalla precedente giunta municipale.

Un documento che segue la mozione votata già nel marzo dello scorso anno che sanciva la riacquisizione dei locali. Per il M5s però il centro Marie Anne Erize “non rispetta gli obblighi di legge”.

Tante le manifestazioni di solidarietà giunte al centro antiviolenza di Tor Bella Monaca, tra le ultime il segretario generale della Uil del Lazio, Alberto Civica: “Non vogliamo entrare nel merito delle motivazioni, ma ci sembra quanto meno strano questo accanimento nei confronti dei centri che a vario titolo si occupano di violenza contro le donne, agito tra l’altro dalla prima sindaca donna della Capitale: in questo caso parliamo di un quartiere difficile che avrebbe bisogno di punti di aggregazione e sostegno, non certo di vedere chiudere i battenti delle poche realta’ costruttive del territorio.

Dopo la casa delle donne un altro punto di incontro per le donne riceve lo sfratto. Cosa c’è dietro tutto ciò? Possibile che la giunta capitolina sia così insensibile da non trovare un accordo?