Mentre non è ancora terminato lo scrutinio dei voti di soldati, detenuti, ospedalizzati e diplomatici, i media israeliani hanno anticipato che la Nuova Destra di Naftali Bennett e Ayelet Shakid, è riuscita a raggiungere il 3,26% dei voti, superando così la soglia elettorale del 3,25% e riuscendo a conquistare un seggio in Parlamento, cosicché arriverà a 66 il numero di voti su cui Netanyahu potrà contare a sostegno del nuovo Governo che in queste ore sta formando.

Governo in cui adesso la destra più radicale chiede di avere incarichi non certo di secondo piano, mentre nelle colonie già si pretende che il premier israeliano dia seguito  alla promessa fatta negli ultimi giorni di campagna elettorale, relativamente all'annessione degli insediamenti, che diventeranno quindi a tutti gli effetti parte integrante dello Stato di Israele.

Una promessa che per molti, anche da parte palestinese, è stata giudicata determinante per la riconferma di Netanyahu e che nelle colonie è stata accolta con così tanto entusiasmo che i voti espressi in alcuni seggi hanno miracolosamente superato il numero degli aventi diritto al voto.

Così, nella colonia di Bruchin, nel nord della Cisgiordania, i 230 elettori hanno espresso 385 voti. A Peduel, le schede conteggiate sono state 894 rispetto ai 789 elettori, mentre a Negohot gli 87 residenti hanno inserito nelle urne 125 schede. Infine, nell'insediamento ultra-ortodosso di Modiin Illit le schede conteggiate sono state 19.989, mentre i votanti erano 19.103.

Mentre nelle colonie si votava con "liberalità", il premier Netanyahu non ha trovato niente di anormale nel fatto che gli attivisti del suo partito, il Likud, abbiano installato di nascosto delle telecamere in 1.300 seggi elettorali, proprio quelli dove votavano i palestinesi di nazionalità israeliana.