«Domani mattina presente a Pesaro, domani pomeriggio a Catania e domani sera a Roma. Ma per la sinistra non va mai bene niente, è sempre “colpa di Salvini”, e guai a mangiare pane e Nutella...
Io sorrido, lavoro e tiro dritto.»

«In partenza per Pesaro e Catania, mi bevo un caffè. Sempre che a sinistra qualcuno non si offenda! Incredibile, oggi pagine e pagine sui giornali, con richiesta di dimissioni da parte del PD, perché parlo con voi di quello che faccio tutti i giorni e ho osato mangiare pane e Nutella...
Fatevi una vita.»

Questi i due commenti inviati su Facebook dal ministro dell'Interno Salvini in risposta a chi lo ha criticato per il post del 26 dicembre, sempre pubblicato sullo stesso social, in cui si compiaceva di mangiare pane e nutella.


È sintomatico che il ministro ed i suoi sostenitori cerchino di giustificare la vicenda come esclusivamente politica, montata ad arte dalle opposizioni, in particolar modo dalla "sinistra".

Il fatto, però, è che la sinistra, ammesso che ancora esista, ha poco o nulla a che fare con le critiche a Salvini, che invece riguardano il modo in cui assolve al proprio incarico pubblico.

Visto che per un ministro - e ancor più di più per un ministro dell'Interno - è impossibile dissociarsi dal ruolo che ricopre in base all'orario d'ufficio, Salvini dovrebbe ricordarsi che il suo incarico è un incarico che lo impegna 24 ore al giorno. Ed in fondo lo conferma anche lui quando fa sapere ai suoi "amici" che è stato arrestato un rom o incarcerata una persona di colore.

Stabilito questo, è possibile che qualcuno, al di là delle preferenze politiche non si chieda perché, se Salvini è così solerte nell'informarci di fatti di cronaca marginali e del suo impegno nel combatterli, perché allora non dovremmo stupirci e non indignarci se invece tace su quelli seri e gravi, allietandoci invece con pane e Nutella?


In una nota del 26 dicembre, l'associazione Libera ha scritto: "Il feroce omicidio avvenuto nella sera di Natale nel centro di Pesaro di Marcello Bruzzese, fratello di un collaboratore di giustizia, pone tanti interrogativi sul sistema di tutela dei collaboratori e dei loro familiari.
E' chiaro che qualcosa non ha funzionato e che c'è stata qualche falla nel sistema. Interrogativi che necessitano di risposte immediate, ferme e decise da parte dei rappresentanti del Governo e dello Stato.

Nella lotta alle mafie e alla corruzione non ci possono essere zone d'ombra, non possiamo rischiare di alimentare sfiducia e dubbi su un sistema di protezione che ha garantito, nella maggior parte delle situazioni riguardanti i collaboratori, di indebolire con le loro dichiarazioni il sistema mafioso e di contribuire in molti casi a riscrivere tante verità nel nostro paese."

Quindi, dopo un fatto così tanto grave, non dovremmo stupirci e indignarci se il ministro dell'Interno fa il simpatico parlando di pane e Nutella? E questo che cosa ha a che fare con l'appartenenza politica? Forse chi appoggia questo Governo ritiene "normale" da parte di un ministro questo modo di adempiere al proprio ruolo in rappresentanza dei cittadini italiani?

E visto che Salvini ci informa di tutto quello che lo riguarda, perché non ha detto nulla sull'assassinio di Marcello Bruzzese?


Inoltre, in questa vicenda c'è anche un altro aspetto curioso, forse persino patologico, e riguarda il fatto che, secondo alcuni, Matteo Salvini abbia il diritto di dire ciò che vuole, mentre tale diritto dovrebbe essere precluso a chi creda di dover far notare che certe sue dichiarazioni e certi suoi atteggiamenti siano sbagliati... perché così facendo Salvini governerà altri 100 anni!

Curioso però che chi sostenga tale tesi non si prenda anche il disturbo di spiegarne la logica e quando e in che termini sia possibile esprimere dissenso nei confronti di Salvini. Sarà forse un effetto del cambiamento che, in questo caso però, non ha nulla di nuovo, bensì molto di vecchio?