Mercoledì la Camera voterà per la messa in stato di accusa di Trump e lui, inviperito, scrive una lettera a Nancy Pelosi
Difficile interpretare il pensiero del presidente Usa Trump. Mercoledì la Camera dei Rappresentanti voterà per l'impeachment, lui dice di non esserne preoccupato, però scrive tweet ed invia lettere dimostrando l'esatto opposto.
Via social, Trump ha postato una serie di dichiarazioni per dire che l'inchiesta avviata dai democratici è priva di fondamento, che è una pazzia e che si ritorcerà contro quel partito, facendogli perdere consensi. A supporto di quest'ultima dichiarazione Trump ha mostrato un sondaggio che lo vede vincente contro tutti i candidati democratici.
Ma il presidente Usa è talmente poco preoccupato dall'impeachment che ha anche inviato una lettera alla speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi.
Che cosa ha scritto Trump nelle sei pagine che la compongono? Di essere stato privato dei suoi diritti costituzionali in relazione ad una inchiesta che lui definisce una truffa, dove a lui non è stato consentito di presentare prove a sua discolpa.
Per Trump, persino i processi durante alla caccia alle streghe di Salem, paragonati a quello da lui subito alla Camera, avrebbero concesso più diritti agli imputati. Un'affermazione, quest'ultima, che ha fatto sì che il sindaco di Salem, Kim Driscoll, ricordasse a Trump come fosse necessario per lui imparare un po' di storia, visto che le condanne alle streghe nel 17° secolo sono avvenute in totale assenza di prove.
Naturalmente, non va neppure dimenticato di aggiungere che il presidente della Commissione giustizia della Camera, durante l'inchiesta, ha più volte invitato inutilmente il presidente Trump a presentare documenti a sua discolpa, offrendogli anche la possibilità di interrogare i testimoni tramite suoi avvocati di fiducia.
La Camera, questo mercoledì voterà due capi di accusa relativi all'impeachment nei confronti di Trump: l'aver fatto pressione sull'Ucraina per indagare sul suo rivale politico, il democratico Joe Biden, e l'aver fatto ostruzione al Congresso, per aver rifiutato di cooperare con le indagini sull'impeachment, sia impedendo al personale di testimoniare che trattenendo prove documentali.
Se la Camera, a maggioranza democratica, voterà come previsto seguendo le indicazioni di partito, Trump diventerà il terzo presidente nella storia degli Stati Uniti ad essere messo in stato di accusa. Il processo di impeachment si trasferirà quindi al Senato, controllato dal Partito repubblicano. Perché Trump possa essere costretto a dimettersi dal suo incarico i due terzi dei senatori dovrebbero votare a favore dell'impeachment.
La scorsa settimana il capogruppo al Senato del partito repubblicano, Mitch McConnell, ha dichiarato che i senatori repubblicani avrebbero agito in "coordinamento totale" con la squadra del presidente durante l'inchiesta, annunciando già prima di ascoltare i testimoni il loro voto contrario.