A Roma, in via Trionfale, la scuola "disomogenea" per ricchi, poveri e immigrati
L'Istituto Comprensivo "Via Trionfale" a Roma è un'unità scolastica nata all'inizio del 2012 dall'aggregazione della Scuola Primaria e dell'Infanzia del 297° C.D. e la Scuola Secondaria di primo grado di Vallombrosa.L’I.C. Via Trionfale è composto da quattro Plessi, situati nel territorio dei due Municipi XIV e XV di Roma, che accolgono attualmente 5 sezioni di Scuola dell’Infanzia, 39 classi di Scuola primaria e 8 classi di Scuola secondaria di I grado.L’ampiezza del territorio rende ragione della disomogeneità della tipologia dell’utenza che appartiene a fasce socio-culturali assai diversificate.La sede di via Trionfale e il plesso di via Taverna accolgono, alunni appartenenti a famiglie del ceto medio-alto, mentre il Plesso di via Assarotti, situato nel cuore del quartiere popolare di Monte Mario, accoglie alunni di estrazione sociale medio-bassa e conta, tra gli iscritti, il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana; il plesso di via Vallombrosa, sulla via Cortina d’Ampezzo, accoglie, invece, prevalentemente alunni appartenenti a famiglie dell’alta borghesia assieme ai figli dei lavoratori dipendenti occupati presso queste famiglie (colf, badanti, autisti, e simili).
Quella sopra riportata non è un'ironica provocazione per descrivere lo "spirito del tempo" che aleggia in Italia, ma la semplice trasposizione della presentazione della scuola Statale in Via Trionfale a Roma. È tutto vero.
Piuttosto soft il commento della neo ministra della Scuola, Lucia Azzolina: «La scuola dovrebbe sempre operare per favorire l'inclusione. Descrivere e pubblicare la propria popolazione scolastica per censo non ha senso. Mi auguro che l'istituto possa dare motivate ragioni di questa scelta. Che comunque non condivido».
Come possa dirigere una scuola un preside che ammette pubblicamente di attuare nel proprio plesso una tale discriminazione è un mistero. Ed è altrettanto un mistero che un ministro non ne annunci la sospensione, limitandosi ad augurarsi che le vengano fornite delle ragioni che, in nessun caso, possono avere delle motivazioni valide.