L'ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump insieme ai suoi figli, ad eccezione dell'ultimo nato, sono stati ritenuti responsabili di frode da un tribunale dello Stato di New York. Secondo il giudice Arthur Engoron, Trump e i suoi figli, per circa un decennio, hanno fornito a banche e assicurazioni false informazioni finanziarie, gonfiando il valore dei loro asset fino a 3,6 miliardi di dollari.

La decisione del giudice Engoron arriva pochi giorni prima dell'inizio del processo civile contro Trump, accusato dalla procuratrice generale Letitia James di aver ottenuto illecitamente dei prestiti per la costruzione di un golf resort a Miami, di hotel a Washington e a Chicago in virtù delle false informazioni fornite alle banche.

La sentenza rappresenta un duro colpo all'immagine che Trump ha dato di sé come imprenditore scaltro e di successo, che gli ha consentito di scalare la Casa Bianca.

Il giudice Engoron ha anche ordinato che alcune delle licenze commerciali delle aziende di Trump vengano revocate, rendendo così difficile o impossibile per lui e i suoi figli continuare a fare affari a New York, e che un commissario continui a supervisionare le operazioni della Trump Organization.

La reazione di Donald Trump non si è fatta attendere e, come in passato, ha negato le accuse dichiarando che quanto deciso dal Tribunale sia motivato da ragioni politiche, definendo l'intera vicenda come una "caccia alle streghe.

Il giudice Engoron ha inoltre sanzionato gli avvocati degli imputati per aver avanzato argomentazioni legali assurde e per aver supportato la condotta ostile dei loro clienti.

Naturalmente, Trump e i suoi figli si appelleranno a quanto deciso dal giudice Engoron.

"La decisione scandalosa di oggi è completamente scollegata dai fatti e dalla legge vigente", ha detto in una nota Christopher Kise, avvocato di Trump. "Il presidente Trump e la sua famiglia percorreranno tutte le strade possibili per correggere questo errore giudiziario".