"In Arabia, negli Emirati e in molti altri Paesi il bikini può esser usato soltanto nelle piscine degli alberghi e nei Resort. Qui?? Ecco il ns comunicato:
Marina Julia è diventata in questi anni uni degli arenili più apprezzati della regione per il turismo delle famiglie e degli appassionati degli sport del mare. Gli ingenti investimenti effettuati per la dotazione di strutture, il ripascimento della spiaggia e lo sviluppo dei servizi fanno del nostro litorale un punto di attrazione sempre più apprezzato con un numero crescente di migliaia di presenze. Per questo diventa inaccettabile il comportamento degli stranieri musulmani che entrano abitualmente in acqua con i loro vestiti. Una pratica che crea insopportabili conseguenze dal punto di vista della salvaguardia del decoro del luogo e che sta determinando sconcerto nei tanti frequentatori e in tutti coloro che affollano Marina Julia e Marina Nova per la cura, l’attenzione e la pulizia che le caratterizzano. Chi viene da realtà diverse dalla nostra ha l’obbligo di rispettare le regole e i costumi che vigono nel contesto locale e italiano. Non possono essere accettate forme di “islamizzazione” del nostro territorio, che estendono pratiche di dubbia valenza dal punto di vista del decoro e dell’igiene generando il capovolgimento di ogni regola di convivenza sociale.“Ciò vale con ancora maggior ragione quando si intaccano e si compromettono le prospettive di una città che - anche attraverso la riqualificazione dei suoi arenili - ha assunto una dimensione turistica consolidata, riconosciuta fra le località marine italiane. Comportamenti lesivi della rispettabilità e della dignità necessaria nella frequentazione di questi luoghi pubblici incidono negativamente nell’attrattività e nelle ricadute per i gestori dei servizi.“Ritengo, dunque, per le evidenti ragioni di rispetto del decoro richiesto nei comportanti [sic, ndr] di chi si reca in questi luoghi la pratica di accedere sull’arenile e in acqua con abbigliamenti diversi dai costumi da bagno deva cessare e intendo applicare questi principi con un apposito provvedimento a tutela dell’interesse generale della città e dei nostri concittadini.“Peraltro, questo inaccettabile comportamento si colloca in un contesto nel quale si riscontrano sempre maggiori lesioni alle norme, ai principi e alle forme che sovrintendono la vita comunitaria, rischiando in tal modo di allargare la frattura nei rapporti fra la grande maggioranza dei monfalconesi e la componente islamica. Mi riferisco fra l’altro alla sempre maggior presenza in città di donne con il burka con la integrale copertura della faccia che impedisce ogni identificazione ed è evocativo di una visione integralista, parte anche questo di atteggiamenti di una volontà di non rispettare regole e norme dei Paesi di arrivo, in particolare della componente del Bangladesh, che è la presenza più numerosa.L’Amministrazione comunale non può consentire che si sviluppi “una città nella città” con regole diverse dalle leggi vigenti nel nostro Paese e dal comune sentire della stragrande maggioranza dei nostri concittadini, determinando in tal modo una sorta di “discriminazione all’incontrario” e sarà rigorosa nel far rispettare gli ordinamenti comunali e nel pretendere dalle grandi realtà produttive, a cominciare da Fincantieri, un diverso governo dei flussi. L’arrivo incontrollato del passato dai Paesi più poveri con forme di dumping diffuse soprattutto nei subappalti, che ha scaricato sul territorio le relative conseguenze di carattere sociale, sanitario, abitativo, scolastico e occupazionale, deve essere profondamente rivisto".
È uno scherzo? No. È quello che ha dichiarato ufficialmente la sindaca di Monfalcone, la leghista Anna Cisint, eletta primo cittadino del comune friulano nel 2016 e riconfermata poi nel 2022.
Questa la replica delle opposizioni:
"Sindaca, come dobbiamo vestirci al mare?La prima cittadina di Monfalcone Anna Maria Cisint intende applicare provvedimenti per arginare l’“inaccettabile comportamento degli stranieri musulmani” di “accedere all’arenile di Marina Julia e in acqua con abbigliamenti diversi dai costumi da bagno”.Le dichiarazioni della sindaca di Monfalcone sarebbero semplicemente ridicole e assurde, se non fosse per il fatto che arrivano da una figura istituzionale e da una delle figure di spicco del principale partito di maggioranza in Consiglio regionale.Un tempo c’erano le battaglie dei benpensanti contro il topless, ora ci troviamo davanti alla lotta di una sindaca contro chi in spiaggia ci va troppo vestito, siamo davvero al paradosso.Per ottenere un po’ di visibilità, evidentemente in calo, visto viste le performance del ministro-segretario Salvini, la Lega nostrana non trova nulla di meglio da fare che continuare a prendersela con le persone immigrate, anche utilizzando motivi futili e pretestuosi come quello dell’abbigliamento in spiaggia.Abbiamo alcune domande da fare alla sindaca e ai suoi colleghi di partito: ci piacerebbe sapere, per esempio, se il divieto di andare in spiaggia vestiti varrà solo per i musulmani o anche per tutti gli altri “foresti”. E una famiglia scandinava che magari decide di andare al mare a Marina Julia potrà rimanere vestita in spiaggia per proteggere la pelle chiara dal sole? O saranno destinati alle scottature?O ancora: le suore dei monasteri presenti in Friuli-Venezia Giulia saranno ammesse alla spiaggia o per accedervi dovranno rinunciare ai voti e spogliarsi come le persone “perbene”?Aldo Moro potrebbe ancora leggere il giornale in giacca e cravatta al mare?Domande che sappiamo essere di difficile risposta, per cui ci impegniamo come Patto per l'Autonomia a correre in aiuto al Comune di Monfalcone proponendo degli emendamenti all’assestamento di bilancio regionale previsto per la prossima settimana con i quali stanziare le adeguate risorse finanziarie per l’acquisto di costumi per i poveri, rigorosamente residenti in regione da almeno 5 anni, e per istituire una commissione speciale che valuti l’adeguatezza dell’abbigliamento dei bagnanti. Tutto sempre ai fini del rispetto del decoro".
Ma una leghista che si rispetti non demorde, ed ecco che cosa ha dichiarato oggi:
"Ringrazio i tantissimi cittadini che da ovunque mi stanno scrivendo con affetto e supportano la mia azione che so già in partenza non esser semplice. ‘Grazie perché hai il coraggio di dire e fare quello che tantissimi di noi pensano ma non hanno il coraggio di dire o fare’. Questo il tenore di ciò che ricevo. Poi c’è la sinistra che con la Pellegrino mi invita ‘ad andar via da questo Paese’. Oggi farò una diretta e ne parleremo".
In attesa della diretta, appare evidente l'intento razzista e propagandista della folle iniziativa della sindaca a cui va però dato atto che, in periodo di gran caldo, la lucidità viene meno... per tutti.
Aggiornamento.
A coloro che avrebbero apprezzato che cosa la sindaca avrebbe dichiarato nella diretta, devo purtroppo dire che la signora Cisint non ha fatto alcuna diretta, cancellando dal suo profilo social il post con cui l'annunciava, oltre a cambiarne l'immagine di apertura in cui era ritratta insieme al segretario del suo partito.