Nonostante la protesta in Cile continui - lo scorso venerdì più di un milione di persone ha riempito le strade della capitale Santiago - il presidente Sebastián Piñera, nelle ultime ore ha ribadito la propria intenzione di non rassegnare le dimissioni, anche se ogni giorno che passa aumenta il dissenso nei confronti suoi  e del governo.

Iniziato ad ottobre per un aumento, poi sospeso, del prezzo delle tariffe della metropolitana a Santiago, il malcontento dei cileni si è esteso ad una ben più vasta gamma di problemi, tanto che in Cile, progressivamente, vengono disdetti tutti gli appuntamenti a carattere internazionale... di qualsiasi genere.

Sono così stati cancellati gli appuntamenti per il vertice APEC di metà novembre e quello per la conferenza sul clima di inizio dicembre, in cui si sarebbe dovuto discutere dell'attuazione dell'accordo di Parigi siglato nel 2015.

Ma anche in campo sportivo le cose non vanno meglio. La federazione calcistica cilena ha infatti annullato l'amichevole del 15 novembre contro la Bolivia che si sarebbe dovuta giocare in Cile, mentre la nazionale sarà in campo regolarmente per l'incontro in trasferta contro il Perù.

Ed il 23 novembre, a Santiago, non si disputerà neppure la finale di Copa Libertadores che Conmebol, equivalente sudamericano dell'Uefa  e organizzatore della manifestazione, ha spostato a Lima, in Perù.