Nella vicenda Alitalia /ITA, venerdì si è registrato l'incontro  dei sindacati con il ministro del Lavoro Andrea Orlando, la viceministra dell'Economia Laura Castelli e quella dei Trasporti Teresa Bellanova, definito da rappresentanti dei lavoratori un passo avanti del Governo nell'interessarsi alla vicenda, rispetto al nulla di quanto fatto in precedenza.

Come risultato, i sindacati hanno portato a casa l'impegno dell'esecutivo ad estendere la cassa integrazione straordinaria al 2023, di sostenere il fondo di solidarietà e la volontà di sostenere il mantenimento di brevetti, certificazioni e abilitazioni durante tale periodo. Niente invece, per quanto riguarda ITA e le politiche messe in atto dalla nuova società per assunzioni e piani di sviluppo.

E per quanto riguarda la nuova compagnia, oggi ha parlato il presidente esecutivo Alfredo Altavilla a Zapping, su Rai Radio 1, su vari argomenti, iniziando dalla base d'asta per il marchio Alitalia, etichettata come irrealistica:

"Io stesso nelle discussioni con la Commissione europea ho posto l’avere il brand Alitalia come una delle condizioni per il successo del piano. Però oggettivamente la base d’asta di 290 milioni rende assolutamente antieconomico l’investimento e il rischio è quello di partire con il piede sbagliato con la nuova compagnia. Tutto dipende da quelli che sono i criteri di valutazione di quelli che vengono chiamati gli asset intangibili. Ritengo che se un marchio ha caratterizzato un’azienda che ha perso 3,5 miliardi a livello operativo in 11 anni, non riesco veramente a capire come faccia ad avere tutto questo valore. Mi sarei aspettato un criterio di valutazione più aderente alla performance dell’azienda. A quel punto saremmo stati decisamente interessati a partecipare. Vediamo come va l’asta: se si presenta qualcuno a 290 milioni, per quanto mi riguarda è tutto suo. Se poi si dovesse andare a successivi ribassi vedremo. Ma chiaramente sono anche molto contento del Piano B che stiamo costruendo".

Altavilla ha poi dichiarato che ITA è pronta a  partire il prossimo 15 ottobre, aggiungendo - a suo dire - che il dialogo con i sindacati sta continuando:

"I primi a essere interessati ad avere un contratto con le organizzazioni sindacali e le organizzazioni professionali siamo noi di ITA, perché questo aiuterebbe enormemente la gestione del clima all’interno della società. Devo però salvaguardare la parte economica".

Dal punto di vista operativo queste sono le politiche di indirizzo di Altavilla:

"Sarei un pazzo scatenato e irrispettoso dei soldi dei contribuenti se dicessi che ITA può sopravvivere come un operatore stand alone. Il destino di ITA è quello di essere integrato all’interno di uno dei grandi gruppi, ma a condizioni di pari dignità con gli altri membri dell’alleanza e non – come è accaduto in passato ad Alitalia – e non di essere trattato come se fosse il parente povero dell’alleanza. Questo lo stiamo dicendo ai potenziali partner con cui sto già parlando. Ci vuole rispetto per il fatto che siamo una compagnia di bandiera, rispetto per i nostri hub di Fiumicino e Linate e pari dignità nella gestione delle rotte".

 Intanto, lunedì 4 ottobre alle ore 10 le lavoratrici Alitalia daranno vita ad flash mob davanti la sede di ITA, in via dell'Arte a Roma, per manifestare contro i licenziamenti e le discriminazioni nel passaggio alla nuova compagnia aerea.

"Le donne e le madri di Alitalia sono da mesi in prima fila per difendere il lavoro in Alitalia e contro il fallimentare piano di ITA - spiegano le organizzatrici -. La realtà ha superato le peggiori aspettative: l'avvio della selezione aperta a tutti, le chiamate senza alcun criterio sociale, lo stralcio del contratto nazionale e l'offerta di un regolamento aziendale con tagli superiori al 30% danno il senso del disastro sociale che si sta commettendo dentro un'azienda pubblica posseduta al 100% dal Mef. I primi a pagare sono stati puntualmente le categorie più fragili, quelle con maggiore anzianità, con i carichi familiari e sociali, i caregiver e le categorie protette, assieme a quelli che militano, rivendicano e lottano per un futuro migliore".