Le marionette in diplomazia di Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna hanno ricevuto l’ordine e subito senza batter ciglia si sono allineate.
È quanto meno sospetto che nelle stesse ore i ministri degli esteri di queste Demoipocrisie europee critichino, usando le stesse parole, la Corte Penale Internazionale (CPI) e ne sminuiscano il ruolo definendo ingiustificati i mandati di arresto emessi contro due criminali israeliani, Netanyahu e Gallant.
Sospetto perché nelle loro dichiarazioni non hanno citato come ingiustificato anche il terzo mandato di arresto della CPI comminato a Mohammad Deif, capo del braccio armato di Hamas.
Sospetto perché Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna sono quattro dei 123 Stati che, nel 2002, sottoscrivendo e ratificando lo “Statuto di Roma” hanno istituita la Corte Penale Internazionale con sede all’Aja, definendone ruolo e compiti.
Sospetto perché non nel secolo scorso bensì solo un anno fa, nel 2023, anche questi Paesi insieme al presidente a stelle e strisce, Joe Biden, elogiarono la CPI che aveva emesso il mandato di arresto nei confronti di Vladimir Putin per crimini di guerra (ndr: deportazione di bambini e loro trasferimento illegale dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia).
Sospetto perché se era crimine di guerra la deportazione di bambini ucraini a maggior ragione è crimine di guerra il genocidio di bambini, donne ed anziani palestinesi perpetrato da Netanyahu e Gallant.
Sospetto perché il ministro Tajani, questa mattina durante il Question Time alla Camera, ha pronunciate parole ambigue e subdole: “ribadiamo che il ruolo della Corte Penale Internazionale deve rimanere esclusivamente giuridico”. Come se non rientrasse nel ruolo giuridico della CPI quello di perseguire ogni crimine commesso in violazione del Diritto Internazionale e del Diritto Internazionale Umanitario (DIU).
Sospetto perché gli USA, già durante la prima presidenza Trump, avevano osteggiato e bloccato i tentativi della CPI di perseguire cittadini americani rei di aver commessi crimini di guerra e contro l’umanità in Iraq ed Afghanistan.
È triste ed angosciante dover riconoscere prendere atto che non solo in Italia ma anche nel contesto internazionale
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