I Segreti della Longevità: Dalla Francia alle Blue Zones, Scienza e Stile di Vita per Vivere a Lungo (e Bene)  

La francese Jeanne Calment, scomparsa nel 1997 all’età record di 122 anni e 164 giorni, rimane a oggi la persona più longeva della storia verificata. Un primato straordinario, considerando che nessun altro ha mai superato la soglia dei 120 anni con prove documentali. Le probabilità che qualcuno attualmente in vita raggiunga o superi i 125 anni sono stimate inferiori a 1 su 10.000: un evento così raro da verificarsi, in media, una volta ogni 10.000 anni. Eppure, mentre il traguardo dei 125 anni sembra quasi un’utopia, il numero di centenari nel mondo è in costante crescita.  

Secondo le Nazioni Unite, oggi esistono circa 722.000 persone con 100 anni o più. Il Giappone guida questa classifica con 146.000 centenari, seguito da Stati Uniti e Cina. Entro il 2054, si prevede che il numero globale supererà i 4 milioni, con quasi mezzo milione solo negli USA. Ma cosa determina una vita così lunga? La scienza della longevità offre una risposta articolata: lo stile di vita influirebbe per l’80%, mentre la genetica per il 20%. Tuttavia, vivere a lungo non basta se gli ultimi anni sono segnati da malattie e ridotta qualità della vita. La vera sfida, quindi, non è solo allungare l’esistenza, ma garantirne il benessere.  

Nonostante i progressi medici degli ultimi decenni—dall’igiene pubblica agli antibiotici—l’aspettativa di vita globale mostra segni di stagnazione. Negli Stati Uniti, ad esempio, un bambino nato nel 2021 ha un’aspettativa di vita di 77,5 anni, in calo rispetto agli anni precedenti a causa della pandemia, incidenti e overdose. Studi recenti suggeriscono che, per la maggior parte degli esseri umani, la durata massima della vita si aggiri intorno agli 87 anni (84 per gli uomini, 90 per le donne), con variazioni legate a geografia e abitudini.  

L’invecchiamento, del resto, è un processo biologico inevitabile. Non esistono pozioni magiche per fermarlo: il declino cellulare e genetico è intrinseco a tutti gli organismi vertebrati. L’illusione di un “eterna giovinezza” si scontra con la realtà: malattie croniche—come diabete, ipertensione e cancro—sono in aumento, e oltre la metà degli adulti statunitensi ne soffre almeno una. A peggiorare il quadro, la solitudine è emersa come fattore di rischio per una vita più breve.  

Negli ultimi anni, le cosiddette Blue Zones—aree geografiche con concentrazioni eccezionali di centenari—hanno attirato l’attenzione degli scienziati. Okinawa (Giappone), Sardegna (Italia), Nicoya (Costa Rica), Ikaria (Grecia) e Loma Linda (California) condividono caratteristiche comuni:  

  • Attività fisica quotidiana integrata nella routine.  
  • Dieta prevalentemente vegetale, con consumo moderato di alcol.  
  • Forti legami sociali e familiari.  
  • Gestione dello stress e senso di scopo nella vita.  

Anche il Cilento, in Italia, è sotto i riflettori come potenziale Blue Zone. Qui, lo studio CIAO (Cilento on Aging Outcomes) analizza da un decennio i segreti dei centenari locali, combinando dati clinici, molecolari e sociali. L’obiettivo? Trasformare queste scoperte in strategie applicabili a tutti.  

Dal 22 al 23 maggio, ad Acciaroli (Cilento), 60 scienziati internazionali si riuniranno per un simposio dedicato alle scienze dell’invecchiamento sano. Tra i temi chiave: il ruolo delle cellule staminali, i fattori sociali e le innovazioni nella prevenzione delle malattie croniche.  

In conclusione, sebbene i limiti biologici della vita umana sembrino definiti, la ricerca offre strumenti concreti per vivere meglio e più a lungo. La ricetta non include elisir esotici, ma scelte quotidiane: alimentazione equilibrata, movimento regolare, gestione dello stress e relazioni significative. Come dimostrano le Blue Zones, la longevità felice è un’arte che unisce scienza, comunità e saggezza antica.  


Fonti: Nazioni Unite, CDC, CIAO Study