Sono dieci, in questa edizione, da Federica a Giovanna , Eleonora, Cristina ed Elena, tutte italiane, passando per Shila del Bangladesh, Magatte del Senegal, Sandra (nome italianizzato) del Ghana, Sedala del Peru e Flora dall’Albania.

Tutte giovani donne in difficoltà economiche o sociali, con storie difficili alle spalle o tuttora senza un lavoro né un’entrata economica capace di dare loro la tranquillità di arrivare a fine mese e, figuriamoci, prendersi cura di uno o più bambini. Ebbene, nonostante questo, hanno avuto il coraggio di accogliere una vita nascente, di dire di no alle sirene abortiste che vorrebbero per loro quella drammatica strada come soluzione più facile e sicura, anzi, addirittura come unica e sola soluzione.

Oggi, nella sede nazionale di Pro Vita & Famiglia onlus, queste donne hanno ricevuto “Un Dono per la Vita”, con un Kit Trio con passeggino, culla e ovetto, pannolini, biberon e ciucci. Un piccolo grande messaggio di speranza, ma anche un appello alla politica per costruire una società che sostenga e festeggi quando da una gravidanza inaspettata sorge e splende la vita anziché la morte, una società, cioè, dove si moltiplica l’amore, seppur nelle difficoltà.

Lo sa Flora, che sta vivendo un periodo non facile dopo il parto prematuro con suo figlio tuttora ricoverato ma fuori pericolo, lo sa anche Shila, che ha partorito poco più di un mese fa, è in Italia già da molti anni ma ancora non ha imparato la lingua, non riesce quindi a trovare nessun tipo di lavoro. Sandra, invece, aspetta il suo primo quarto figlio e sarà una femmina e anche Magatte, al sesto mese di gravidanza, aspetta il quarto bambino, il primo maschio. «Non lavoro da un po’ di anni – ci racconta – mio marito a lavori troppo saltuari, lavora per qualche mese e poi spesso si ferma. Siamo in grossa difficoltà». Cristina, invece, al primo figlio, è ferma ovviamente per la maternità e ha ritirato il Kit insieme a suo marito. «Con un solo stipendio, non altissimo – spiegano – sarebbe impossibile far fronte alle spese. Gli aiuti statali ci sono, è vero, ma servono davvero a pochissimi beni di prima necessità, poi?». Anche Flora ha lasciato il lavoro per l’arrivo del suo secondo bambino : «Non so se e come riuscirò a riprendere di lavorare dopo il parto, sicuramente dovrò stare ferma per molti mesi, quindi non guadagno più, solo mio marito. Qualche amico ci aiuta altrimenti non sarebbe possibile fare tutto da soli».

https://www.provitaefamiglia.it/blog/le-storie-di-chi-ha-scelto-di-accogliere-una-nuova-vita-le-10-mamme-aiutate-oggi-con-un-dono-per-la-vita