Se tutto va bene siamo rovinati.

Dopo sofferte e articolate strategie elettorali in Italia nulla è cambiato. Vincitori e vinti sono di nuovo ai nastri di partenza, nessun Governo è possibile se non quello degli "inciuci".

Un luogo comune nella Terra dei cachi che mai si rifà al volere del Popolo Sovrano, nonostante la chiara volontà dello stesso di voler rigirare e resettare lo Stivale, ripulirlo dai soliti "poltronari" di professione, dai soliti simboli di partito, dalla solita classe dirigente che da anni ci costringe alla sottomissione.

Niente da fare, c'è sempre in agguato una legge elettorale birichina, irrazionale che vieta di oltrepassare quel fatidico 40 per cento che forse ci salverebbe e permetterebbe a un partito o a una coalizione con idee chiare per governare senza l'appoggio dei corrotti di turno. Un mistero che puntualmente, come già avvenuto in passato, si ripropone anche oggi.

Stando ai risultati del 4 marzo, nessuno può formare un Governo se non accompagnato da qualche volpone di vecchio pelo.  Per governare il Paese, per raggiungere la maggioranza assoluta servono almeno 317 deputati e 158 senatori (senza tenere conto però degli attuali 6 senatori a vita). Numeri che attualmente nessun singolo schieramento e nessuna coalizione ha nel paniere.

Le consultazioni ufficiali del presidente della Repubblica cominceranno dopo l'insediamento del Parlamento, il 23 marzo, e l'elezione dei presidenti di Camera e Senato.

Consultazioni che porteranno ad accordi o meglio "inciuci" che cambieranno la sostanza del voto espresso con rabbia da un'Italia costretta nella morsa del malgoverno a prescindere.