«Altra promessa mantenuta. E' stato approvato in commissione, alla Camera, un importante emendamento al decreto #Genova. Ci sono 30 mln per la cassa integrazione in favore dei lavoratori le cui imprese o attività sono state colpite dal crollo #PonteMorandi. E’ un sostegno a oltre 1700 tra dipendenti e autonomi. Avanti così, passo dopo passo, per la rinascita della città.»

Questo è quello che qualche ora fa l'indaffaratissimo e sempre vigile ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha comunicato al popolo via Facebook.

All'attivismo di Toninelli, rispondono però i lavoratori dell'alta velocità ferroviaria, quelli a cui lo stesso ministro delle Infrastrutture ha bloccato la realizzazione del cosiddetto "terzo valico" che interessa proprio la città di Genova, e che per tale motivo hanno deciso di manifestare, dopo averlo fatto a Roma il 9 ottobre scorso, anche a Genova davanti alla sede del Consiglio regionale, dove il Movimento 5 stelle ha fatto mancare il proprio voto all'ordine del giorno a sostegno dello sblocco delle risorse per la sua realizzazione.

Nonostante il Governo parli di investimenti nella prossima legge di bilancio, al momento il ministro Toninelli ha bloccato i fondi del quinto e del sesto lotto del terzo valico, di cui è stato completato il 32 percento (mentre è stato appaltato l'80 percento dell'opera). L'opera, che interessa Genova, è stata sottoposta dal Governo all'analisi del rapporto costi-benefici e la sua valutazione è stata affidata al professore Marco Ponti, che però negli anni scorsi ha fornito la propria consulenza ai No Tav!

Dalla sua decisione dipenderà se il cantiere del terzo valico rimarrà aperto o se invece sarà definitivamente chiuso.

Da parte dei sindacati di settore - Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil - vi è grande perplessità sulla vicenda, poiché l'approvazione delle risorse per proseguire l'opera, per oltre un miliardo di euro, era avvenuta già lo scorso 27 luglio. Con il blocco di quei fondi, 400 lavoratori impegnati nell'opera verranno licenziati, senza considerare che quell'infrastruttura è ritenuta importante per Genova e per il Paese.

Forse, utilizzando questo tipo di strategia, il Governo pensa così di recuperare le risorse per finanziare la "manovra del popolo"? Quello che si prospetta è un esempio di paradosso, con dei fondi che verrebbero distolti dal supportare occupazione e creare un'infrastruttura necessaria allo sviluppo di Genova e dell'Italia (il che porterebbe ulteriore occupazione), e andrebbero invece a  finanziare il reddito di cittadinanza, pensato per supportare i disoccupati in attesa di un nuovo impiego.

E questa sarebbe la logica del Governo del cambiamento?