«Qualche tempo fa ho ricevuto dalla senatrice Liliana Segre un invito per visitare insieme a lei il Memoriale della Shoah di Milano. Ed è cosi che oggi ho avuto l’occasione di raccogliere quell’invito, a cui tenevo particolarmente.Un’esperienza davvero forte, un luogo toccante e drammatico, capace di trasmettere con dolorosa efficacia le sofferenze patite da centinaia di persone condannate a sofferenze immani e morte certa nei campi di concentramento.Grazie a Liliana Segre per avermi accompagnato in questa visita. La sua testimonianza è patrimonio per tutti noi».

Con queste parole, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha voluto, correttamente - anche in considerazione del dilagare delle forze di estrema destra in Parlamento - sottolineare l'importanza di quell'invito e della sua visita.


Per chi non lo sapesse, il Memoriale della Shoah è un'area museale dedicata al ricordo delle vittime italiane dell'Olocausto che sorge sotto la stazione Centrale di Milano ed è stata ideata con lo scopo di «realizzare un luogo di memoria e un luogo di dialogo e incontro tra religioni, etnie e culture diverse».

Il motivo per cui è collocato all'interno della stazione di Milano è perché lì, precisamente dal cosiddetto "binario 21", sono stati fatti salire su vagoni bestiame ebrei, partigiani e deportati politici diretti ai campi di Auschwitz–Birkenau, Mauthausen, Bergen-Belsen, Ravensbrück, Flossenbürg, Fossoli e Bolzano.


Un luogo della memoria perché gli orrori del passato non vengano dimenticati.

Contemporaneamente, però, quel memoriale, come tutti gli altri presenti nel mondo, finisce inevitabilmente anche per essere un luogo dell'ipocrisia, perché oggi discendenti e parenti di quegli ebrei a cui furono negati i più elementari diritti umani si comportano quasi come gli aguzzini dei loro avi si comportavano 80 anni fa.

Infatti, l'attuale regime di occupazione israeliano dei Territori Occupati e di Gaza è indissolubilmente legato alla violazione dei diritti umani e porre fine all'occupazione è l'unica via per un futuro in cui i diritti umani, la democrazia, la libertà e l'uguaglianza potranno essere assicurati a tutte le persone, sia palestinesi che israeliane, che vivono tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. (B'Tselem)


Pertanto, se alla memoria non si fanno seguire anche azioni concrete quando si è protagonisti di palesi violazioni dei diritti umani, allora a che serve coltivarla?