Sono stati oscurati i profili Facebook degli agenti di polizia che la scorsa notte a Sesto San Giovanni hanno fermato e ucciso Anis Amri autore della strage di Berlino.
Lo ha reso noto il questore di Milano, Antonio De Iesu, spiegando che "abbiamo il dovere di tutelare l'immagine dei nostri agenti, abbiamo detto ai ragazzi di evitare, di non farsi prendere dall'emotività nel loro interesse, è opportuno che non lo facciano, stiamo parlando di una dimensione che non è la criminalità ma il terrorismo internazionale e c'è un problema di prevenzione".
Una preoccupazione legittima, ma che secondo alcuni arriva troppo tardi visto che sia il ministro dell'Interno Marco Minniti sia la stessa polizia ha diffuso i nomi e le foto dei due agenti.
"E' stata una follia rendere noti i nomi dei poliziotti. C'è infatti il timore che gli agenti, ma anche le loro famiglie, possano subire delle ritorsioni da parte dei terroristi islamici", dice Franco Maccari, segretario generale del Coisp (Sindacato indipendente di polizia). "Si sarebbe dovuta tutelare l'identità degli agenti, così come avviene per i militari impegnati all'estero nelle attività di contrasto al terrorismo". "E' incredibile la superficialità con cui è stata gestita la vicenda da parte dello stesso governo - continua Maccari -, che rendendo nota l'identità degli agenti, le loro foto e persino i loro comuni di provenienza, ha dimostrato di sottovalutare il rischio di rappresaglie, mettendo a rischio le vite dei nostri colleghi e dei loro familiari".